Vediamo quali sono i costi fissi che ha con la partita IVA anche chi non fattura. Visto che in Italia i rapporti con il Fisco possono essere onerosi. Proprio ed anche quando non si generano ricavi o compensi.

Su quali sono i costi fissi, prima di tutto, c’è da dire che aprire una partita IVA non costa nulla. Ma ci sono degli oneri di mantenimento che possono variare anche in ragione dell’attività esercitata. Tra questi spicca l’onere che una ditta deve sostenere quando per questa scatta l’iscrizione alla Camera di Commercio.

Quali sono i costi fissi che ha con la partita IVA anche chi non fattura

Su quali sono i costi fissi che ha con la partita IVA anche chi non fattura, o fattura poco, ci sono pure quelli dovuti al commercialista. Il quale comunque chiederà all’assistito un compenso pure per la semplice tenuta nel proprio studio delle scritture contabili.

In più, su quali sono i costi fissi che ha con la partita IVA anche chi non fattura, c’è la voce relativa ai contributi previdenziali. Che possono rappresentare una vera e propria stangata quando il volume d’affari annuo generato è nullo o comunque esiguo. Basti pensare, su tutti, ai commercianti ed agli artigiani. Che pagano i contributi in parte in misura fissa. Ed in parte con una quota aggiuntiva e variabile in base al reddito dichiarato.

La partita IVA per chi non fattura conviene?

Ed allora, su quali sono i costi fissi, la partita IVA per chi non fattura conviene? Al riguardo c’è da dire che una partita IVA inattiva o movimentata al minimo per più anni può portare a dover sostenere dei costi insostenibili. Ed in tal caso forse è meglio chiuderla. Ma anche in fase di apertura di una partita IVA, in ogni caso, è bene farsi sempre quattro conti.

Nel ricordare che sotto i 5.000 euro annui il lavoratore indipendente non è obbligato ad aprire la partita IVA se il lavoro svolto è di tipo occasionale.