“Come si sente meglio l’italiano dopo aver parlato male dell’Italia! Quasi come sta bene il francese dopo aver parlato bene della Francia o l’americano dopo aver elogiato gli Stati Uniti”, affermava Franco Ferrucci. In effetti capita spesso di imbattersi in connazionali che pensano che all’estero tutto sia più bello rispetto a ciò che abbiamo nel nostro Paese. Eppure l’Italia è una nazione amata e apprezzata in tutto il mondo, per via della sua cultura, storia e tradizioni.

Questo, ovviamente, non vuol dire che tutto sia rose e fiori. Anzi, anche in Italia non mancano le criticità, così come avviene in tutto il resto del mondo. Proprio volgendo uno sguardo fuori dai confini nazionali, vi sono diversi Paesi che continuano a mantenere il reddito di cittadinanza, mentre noi siamo sempre più vicini all’addio definitivo.

Quali Paesi mantengono il reddito di cittadinanza anche per gli italiani che si trasferiscono

Ma quali sono i Paesi che continuano a mantenere il reddito di cittadinanza? Ebbene, tra questi si annoverano la Germania e la Spagna. Soffermandoci sulla Germania, ha deciso di incrementare l’importo di tale sussidio di 50 euro al mese per i cinque milioni di cittadini che percepiscono tale sussidio.

A spiegare il motivo di tale scelta il Ministro del Lavoro tedesco, Hubertus Heil, che a tal proposito ha commentato come a suo avviso:

“Il reddito di cittadinanza riguarda uno Stato sociale all’altezza dei tempi. Si tratta di proteggere in modo affidabile le persone in stato di bisogno. È una questione di solidarietà sociale“.

Sempre in Germania, inoltre, si riducono le sanzioni a carico di coloro che non prendono parte a corsi di formazione e non si candidano per lavorare.

Ingreso Minimo Vital in Spagna

In Spagna, invece, c’è l’Ingreso Minimo Vidal che si rivela essere il corrispettivo del reddito di cittadinanza in Italia.

Si tratta, in pratica, di un sussidio grazie al quale lo Stato spagnolo cerca di prevenire il rischio di povertà ed esclusione sociale delle persone alle prese con delle difficoltà economiche tali da non riuscire a comprare il minimo indispensabile per la propria sussistenza. Entrando nei dettagli, come si evince dal sito ufficiale:

“Opera come una rete di protezione finalizzata a consentire il passaggio da una situazione di esclusione alla partecipazione alla società. A tal fine conterrà nella sua progettazione incentivi per l’occupazione e l’inclusione, articolati attraverso diverse formule di cooperazione tra amministrazioni”.

Anche in Spagna è previsto un aumento dell’importo del sussidio. In quest’ultimo caso pari all’8,5% perché l’Ingreso Minimo Vital sarà indicizzato all’aumento generale dei prezzi.