Oggi mettere da parte dei risparmi (anche piccoli) è divenuto particolarmente difficile. La crisi economica attuale che non vede precedenti, il caro bollette e quello dei prezzi in generale, lasciano poco e niente a fine mese nelle tasche degli italiani.

Scegliere di investire è una decisione ardua. Quel 100 euro (se avanza) lo si lascia lì, sul conto corrente o nel cassetto, per far fronte a qualche improvvisa esigenza che possa presentarsi. Mentre forse prima quello stesso importo lo si investiva in un fondo pensione o in un semplice piano di accumulo.

A volte la scelta di investire (ma soprattutto il tipo di investimento) è dettata anche dall’esigenza di ritrovarsi poi la possibilità di uno sgravio fiscale. Il che si traduce nel pagare meno tasse in sede di dichiarazione dei redditi.

Ad esempio i premi versati per un fondo pensione sono deducibili. Invece, per quelli versati per un semplice piano di accumulo non c’è alcuno sgravio fiscale previsto. La scelta è però dettata anche da altri fattori. Ad esempio, un piano di accumulo in genere prevede la possibilità di riscatti parziali e si può decidere la durata del piano. Un fondo pensione, invece, lo si potrà prendere solo quando, appunto, si raggiunge l’ambita pensione.

La tassazione dei piccoli investimenti

Per i comuni mortali, ma soprattutto per chi non è amante del rischio, ci sono quei piccoli investimenti che non richiedono un esborso iniziale esorbitante. Inoltre sono anche quelli che consentono di pagare meno tasse. Le forme più sicure di impiego dei propri risparmi, diciamo che restano sempre le stesse, ossia

  • Titoli di stato (i rendimenti sono tassati al 12,50%)
  • Polizze vita (il premio per il rischio porte di detrae in dichiarazione redditi)
  • Fondi pensione (i premi pagati sono deducibili in dichiarazione redditi)
  • Piani individuali di accumulo (non sono previsti sgravi fiscali e sono tassati, con aliquota agevolata, al momento del riscatto).

Si tratta di forme di investimento che non prevedono alcun rischio di perdita del capitale investito e che permettono di maturare, invece, dei guadagni (interessi).

Pagare meno tasse con i fondi pensione

Dal punto di vista fiscale, sono i fondi pensione forse ad essere quelli più convenienti. Chi sceglie di destinare i propri risparmi a fondi pensione (invece che piani di accumulo individuale), riesce a pagare meno tasse in quanto, come già più volte detto, deduce poi, in dichiarazione dei redditi, i premi versati nell’anno d’imposta.

Ad esempio, nel Modello 730/2022 (anno d’imposta 2021) il dichiarante ha potuto portare in deduzione quelli pagati nel 2021.

La deduzione spetta anche per i contributi versati a forme pensionistiche complementari istituite presso gli Stati membri dell’Unione europea ovvero da quelli aderenti allo Spazio economico europeo con i quali l’Italia abbia stipulato un accordo che assicuri un effettivo scambio di informazioni (Circolare Agenzia Entrate n. 24/E del 2022).

Previsto, comunque, un limite massimo di deducibilità, stabilito in 5.164,57 euro. Questo significa che se nell’anno sono pagati premi complessivi, ad esempio, per 6.000 euro, poi in dichiarazione dei redditi si possono dedurre solo 5.164,57 euro. Se, invece, nell’anno i premi pagati, ad esempio, sono complessivamente 4.000 euro, in dichiarazione redditi si deduce 4.000 euro.