Cosa fare se si abita in un luogo le cui finestre si affacciano su ristoranti, pizzerie o, peggio ancora, bidoni dell’immondizia?

Quando gli odori, o la puzza, si sentono anche a finestre chiuse cosa di deve fare?

Nei casi in cui gli odori superano la normale tollerabilità scatta il reato di disturbo alle persone, così ha stabilito una recente sentenza della Corte di Cassazione, la numero 45255 del 26 ottobre 2016.

Troppi odori: è reato

A tutelare i cittadini dagli eccessivi odori molesti e puzze di ogni genere c’è già il codice civile che come tutela  predispone un risarcimento danno che scatta quando le emissioni di odori superano la normale tollerabilità.

Ovviamente il criterio è molto generico e dovrà essere il giudice a valutare caso per caso poichè non si può impedire ad un ristorante di cucinare aspirando completamente gli odori nè si può chiedere ad un distributore di carburante di eliminare del tutto le esalazioni. Ma gli odori vanno contenuti e quando si supera la soglia di tollerabilità scatta, appunto, il risarcimento danni e la condanna per il colpevole di fare in modo che le molestie olfattive diminuiscano.

Puzza: come si quantifica il danno?

Ovviamente in questi casi risulta molto difficile riuscire a quantificare il danno dal punto di vista economico. Proprio per questo in questi casi il risarcimento del danno è automatico, in via presuntiva.

Oltre all’illecito civile, però, c’è anche il reato di disturbo alle persone per il quale è possibile presentare querela e per il colpevole scatta anche il dovere di risarcire tutte le famiglie che abitano negli appartamenti vicini. Il reato alle persone scatta nel momento che ad essere infastidite dagli odori molesti sono più persone e che gli odori vengano avvertiti anche a finestre chiuse.