L’ANC (Associazione nazionale commercialisti) chiede chiarezza sul DPCM del 28 giugno 2021 che proroga il saldo 2020 e primo acconto 2021 (delle imposte sui redditi) dal 30 giugno 2021 al 20 luglio 2021 senza applicazione di interessi.

Visto che il DPCM, rispetto a quanto fatto per le proroghe degli anni trascorsi, non richiama espressamente la facoltà per i contribuenti interessati di versare entro i 30 giorni successivi al 20 luglio applicando la maggiorazione dello 0,40%, sono sorti dubbi in particolar modo negli operatori del settore (commercialisti, consulenti del lavoro, ecc.).

La proroga del saldo 2020 e primo acconto 2021

Ricordiamo che la proroga interessa i contribuenti soggetti ISA ed i forfettari ed è stata voluta al fine di tener conto dell’impatto che l’emergenza COVID-19 ha avuto anche quest’anno sull’operatività dei contribuenti di minori dimensioni e dei loro intermediari.

La proroga vale per i soli contribuenti soggetti ISA (Indicatori sintetici di affidabilità) e contribuenti forfettari. Lo slittamento interessa anche:

  • i soggetti in regime di vantaggio
  • coloro che partecipano a società, associazioni e imprese per cui sono approvati gli ISA e che attribuiscono ai soci i redditi per trasparenza (società di persone e soggetti assimilati e società che applicano il regime di trasparenza fiscale, ex articoli 5, 115 e 116 TUIR).

Per coloro che non sono beneficiari dello slittamento, il termine di versamento resta fermo, invece, al 30 giugno 2021 con possibilità di pagare entro il 30 luglio 2021 con maggiorazione dello 0,40%.

Versamento saldo 2020 e primo acconto 2021: si chiede chiarezza dopo la proroga

Dopo la doverosa illustrazione di cui sopra, come spiega Marco Cuchel Presidente dell’ANC (vedi anche comunicato stampa),

Sebbene l’impianto normativo esistente  consenta di ritenere che la proroga abbia effetto anche per i soggetti che effettuano il pagamento entro i 30 giorni successivi con la maggiorazione dovuta a titolo di interesse, sicuramente una dose maggiore di chiarezza e precisione avrebbe giovato non poco ai contribuenti e ai professionisti, dando loro la tranquillità di applicare correttamente la norma, senza doversi preoccupare di interpretare le intenzioni del legislatore, con il timore di incorrere nell’errore.

In questo periodo complicato sul fronte degli obblighi fiscali, dove le scadenze si rincorrono e numerose sono le novità normative intervenute, chiarezza e tempestività da parte del Legislatore e dell’Amministrazione finanziaria sono indispensabili.

L’ANC, quindi, chiede al MEF (Ministero Economia e Finanze) di intervenire per fare chiarezza sulla questione.

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