La legge di bilancio 2021 ha prorogato per altri due anni il credito d’imposta per investimenti nel mezzogiorno (c.d. bonus investimenti al sud) introdotto con il comma 98 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità 2016).

L’intervento modificativo ha interessato solo la proroga e non anche l’ambito soggettivo. Conseguenza di ciò è che possono considerarsi beneficiari dell’agevolazione solo i titolati di “reddito d’impresa”.

Beneficiari del bonus investimenti al sud

Si tratta del credito d’imposta previsto a fronte di investimenti facenti parte di un progetto di investimento iniziale relativi all’acquisto, anche tramite leasing, di macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive nuove o già esistenti.

I destinatari del bonus sono le imprese che acquisiscono beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nelle zone assistite delle regioni Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, Basilicata e Sardegna, Abruzzo e Molise.

Già la legge di bilancio 2020, aveva prorogato il beneficio dal 31 dicembre 2019 al 31 dicembre 2020.

Bonus investimenti al sud: la proroga biennale con la legge di bilancio 2021

Ora la manovra 2021 ha stabilito una proroga biennale prolungando l’agevolazione agli investimenti fatti fino al 31 dicembre 2022 (vedi anche Bonus sud: con la proroga rimangono i vecchi limiti della normativa UE).

Come anticipato in premessa, resta fermo, invece, l’ambito soggettivo. Infatti, i possibili beneficiari continuano ad essere rappresentati dai titolari di “reddito d’impresa”.

Ciò sta significando che non possono accedervi i soli titolari di “reddito fondiario”. Si consideri, ad esempio, i produttori agricoli, che rispettano i limiti previsti all’art. 32 del TUIR.

Questi ultimi soggetti, ai fini fiscali, non sono considerati esercenti “attività d’impresa”, bensì titolari di reddito fondiario con la conseguenza, quindi, che non possono accedere al bonus sud in commento nemmeno per l’edizione 2021 e 2022.

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