La Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario ha tracciato la situazione relativa alla cessione dei crediti edilizi, rispetto alla quale,  la legge di conversione del DL 115/2022, decreto Aiuti-bis, ha previsto una limitazione alla responsabilità dei cessionari.  La situazione descritta è piuttosto allarmante, la speranza è che le novità ora previste nel decreto Aiuti-bis facciano da spinta alla cessione dei crediti edilizi da superbonus e da altri bonus. Di certo, le continue modifiche alla norma relativa al bonus 110 e al connesso meccanismo di cessione dei crediti, non hanno aiutato le imprese e soprattutto chi voleva ristrutturare casa con il 110.

Infatti, è chiaro che, se non c’è certezza nella norma, con un eccesso di responsabilità di colui che acquista o rileva il credito, il mercato della cessione dei crediti si blocca.

Perché le banche dovrebbero acquisire i crediti da imprese e contribuenti se poi in caso di irregolarità, c’è il rischio di concorso di violazione?

Detto ciò, la relazione presentata dalla Commissione parlamentare non riguarda solo il superbonus ma anche altri bonus edilizi: Ecobonus, Sismabonus , Bonus facciate e Bonus ristrutturazioni.

L’indagine della Commissione parlamentare sulla cessione 110

Come rappresentato dal Comandante Generale della Guardia di Finanza Giuseppe Zafarana in occasione del suo intervento al Quirinale del 21 giugno 2022 – sono emerse frodi rispetto a tutti i bonus cedibili, per un ammontare complessivo di circa euro 5,6 miliardi di euro.

Soffermandoci sulla cessione dei crediti superbonus 110, nel periodo Giungo 2020-giugno 2022, il numero delle richieste di cessione del credito ricevute, annullate, declinate e nette sono le seguenti:

  • richieste ricevute 509.573;
  • richieste annullate 87.957;
  • declinate, 42.218;
  • richieste in carico, 379.398.

Di queste 379.398 richieste: 166.478 sono in lavorazione (al momento della stesura della Relazione e per il periodo considerato), 105.879 deliberate, 107.041 erogate.

Le banche comprese nel campione rappresentano in maniera significativa – pari a circa il 78%5 – il mercato delle cessioni dei crediti fiscali in Italia.

Le richieste erogate ossia le banche oggetto dell’indagine, nel periodo nel periodo giugno 2020 – giugno 2022, hanno accettato cessioni di crediti fiscali da superbonus per 13.077.

384.173 euro.

Applicando un tasso medio (quanto si prende la banca per accettare la cessione) rispetto al valore nominale dei crediti d’imposta pari a: 7,93%. Nel 2022, il tasso applicato è pari all’8.85%.

I possibili rimedi

La Commissione suggerisce l’adozione di specifiche norme che consentano:

  • di estendere dagli attuali 4/5 anni a 10 anni il periodo di utilizzo dei crediti superbonus 110%, tale proroga se, da un lato, può consentire alle banche di recuperare una certa capacità fiscale, dall’altro può tuttavia peggiorare i tassi di sconto applicati dal sistema bancario ai soggetti cedenti (dall’attuale 9% a circa il 18%);
  • di limitare la responsabilità solidale in caso di cessioni a terzi in modo da tutelare e incentivare i terzi ad acquistare i crediti fiscali liberando, pertanto, la capacità fiscale finora impiegata dal sistema bancario (in tal senso, le ultime novità introdotte dal decreto Aiuti-bis);
  • di responsabilizzare maggiormente il titolare del credito fiscale (il soggetto cedente) attraverso, ad esempio, la riduzione della percentuale del credito fiscale.

Vedremo se il prossimo Governo adotterà misure che vadano verso questa direzione.