Farmaci: interi lotti ritirati dal mercato, classificati come pericolosi per la salute. Ecco una lista aggiornata.

Mirtazapina, farmaco antidepressivo

MIRTAZAPINA

L’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha ordinato di ritirare dal mercato alcuni lotti di MIRTAZAPINA, saranno ritirati su tutto il territorio nazionale.

I lotti di MIRTAZAPINA ZENTIVA sono quelli prodotti dalla ditta ditta Zentiva Italia Srl. I lotti che saranno ritirati sono:

  • confezioni di MIRTAZAPINA ZEN*30CPR RIV 30MG – AIC 037094125 lotti n. 170008 scad. 2/2019 e n. 160700 scad 2/2019.

Mirtazapina Zentiva è un farmacato indicato per il trattamento di episodi di depressione negli adulti.

La ditta Zentiva SpA, ha comunicato l’avvio della procedura di ritiro che il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute è invitato a verificare.

TELMISARTAN, farmaco per l’ipertensione

farmaci

L’Agenzia italiana del farmaco (AIFA), ha ordinato di ritirare dal mercato un lotto di Telmisartan. Il lotto è stato prodotto dalla ditta   Zentiva Italia Srl. Il lotto ritirato è:

  • Confezione di TELMISARTAN ID ZE*28CPR80+25MG – AIC 042253169 lotto n. 2720616 scad. 5/2018.

TELMISARTAN è indicato per il trattamento dell’ipertensione essenziale. La ditta Zentiva SpA ha comunicato l’avvio della procedura di ritiro che il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute è invitato a verificare.

Prodotti alimentari ritirati dal mercato, “allerta salute”

Olio di cocco

olio di cocco

Olio di cocco venduto come perfetto dimagrante, aggiunto agli alimenti in sostituzione di burro e olio di oliva. Secondo un recente studio pubblicato dalla “The American Heart Association”, l’olio di cocco non è un alimento adatto alla nostra salute, inoltre sarebbe peggio del burro o addirittura del lardo.

La ricerca, condotta da 12 ricercatori che hanno testato diversi tipi di olio, avrebbe dimostrato che l’olio di cocco è ricco di acidi grassi saturi, mentre il burro ne conterrebbe 63%, il grasso di manzo il 50% ed il lardo il 39%. L’olio di cocco sarebbe al vertice della classifica con non meno dell’82%.

L’uso dell’olio di cocco potrebbe aumentare, in modo rischioso, il colesterolo LDL (il cosiddetto “colesterolo cattivo”).

L’aumento del colesterolo LDL, aumenta il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. L’American Heart Association, con il suo studio, sfata il mito dell’olio di cocco nelle diete, e conclude:  “Perché l’olio di cocco aumenta il nostro tasso di colesterolo, una delle cause delle malattie cardiovascolari e non ha nessun effetto positivo che potrebbe compensare i benefici, si consiglia di non l’utilizzarlo”. È meglio concentrarsi su oli monoinsaturi, come olio d’oliva, mandorla, pistacchio, arachidi, ecc.”

Formaggio italiano al tartufo, pericolo Listeria – “allerta alimentare”

formaggio al tartufo

Ritiro immediato dal mercato con il sistema rapido di allerta europeo (Rasff n° 2017.0877). Questa settimana tra le esportazioni italiane in altri Paesi che sono state ritirate dal mercato, l’Austria, Australia, Germania e Svezia.

Sono state avvisate le autorità sanitarie dei diversi Paesi europei circa la presenza di Listeria monocytogenes in formaggio al tartufo prodotto in Italia e commercializzato anche all’estero.

Attualmente le informazioni sulla distribuzione non sono ancora disponibili. Il motivo del ritiro è una contaminazione da Listeria monocytogenes, un batterio che può dare origine a disturbi gastrointestinali e in alcuni soggetti a rischio può sfociare in malattie sistemiche più gravi come la meningite.

La  listeriosi fa parte del gruppo di malattie definibili come tossinfezioni alimentari e prende il nome dall’agente patogeno che la causa, il batterio Listeria monocytogenes. La listeriosi è particolarmente pericolosa per le persone immunodepresse, malati di cancro, diabete, Aids, persone anziane, neonati e donne in gravidanza.

Sintomi della listeriosi

La listeriosi può assumere due forme:

  • diarroica, più tipica delle tossinfezioni alimentari, che si manifesta nel giro di poche ore dall’ingestione;
  • invasiva o sistemica, che attraverso i tessuti intestinali e il flusso sanguigno si diffonde sviluppando forme più acute di sepsi, encefaliti e meningiti. In questo caso, tra l’ingestione del cibo a rischio e la manifestazione dei sintomi possono passare anche periodi di tempo piuttosto consistenti, talvolta fino a 90 giorni.

Si attende che il Ministero della salute comunichi sul suo sito web i lotti, il produttore ed il nome del formaggio al tartufo interessato dal richiamo dal mercato.

Fonte: Sportello dei diritti

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