Alcuni problemi di udito possono sorgere in seguito all’esposizione prolungata a rumori. Se questo accade nel luogo di lavoro si può richiedere al datore un danno di tipo professionale? Quali diritti e tutele ha il lavoratore esposto a fonti di rumore in modo frequente o continuativo?

Problemi di udito e malattia professionale: quali lavori sono più a rischio

Quando si affronta questa tematica di istinto si pensa a lavori nelle fabbriche con macchinari industriali ma in realtà ci sono oggi diverse tipologie di lavoro che espongono al rischio di problematiche uditive non solo in fabbrica o in cantiere.

Pensiamo a dj o barman in discoteca ma, anche senza arrivare a questi estremi, a baristi alle prese con lo sbattere continuo delle tazzine da caffè, ai centralinisti sottoposti al frequente squillare del telefono e così via.

Danni uditivi da rumore sul lavoro: quali rischi si corrono

La gravità del danno uditivo può dipendere dal tempo e l’intensità dell’esposizione ma anche da fattori personali come età, sesso, precedenti patologie etc.
Parlare di problemi uditivi è generico perché ci sono diversi tipi e livelli di sordità: l’ipoacusia da rumore, ad esempio, tra le più frequenti in caso di lavori che espongono al rumore, interessa entrambe le orecchie e viene chiamata anche ipoacusia occupazionale proprio per la sua incidenza tra i lavoratori in ambienti rumorosi. Tra le malattie professionali legate all’udito maggiormente denunciate all’INAIL troviamo poi il trauma acustico cronico.
Se viene confermato da un medico il legale tra problema di udito e ambiente di lavoro, può essere riconosciuta la malattia professionale. Il certificato medico ha finalità assicurativo-previdenziali.

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