Quando si confessano i propri peccati o un segreto a un prete o ad una suora durante la confessione, si è protetti dal segreto confessionale Quanto rivelato, quindi, durante una confessione, non può essere raccontato dal religioso a terze persone.

Segreto confessionale: quanto può essere violato?

Se una donna confessa al proprio parroco di aver subito una violenza sessuale il giudice potrà interrogare il sacerdote in merito chiedendo che riveli la confessione, se non lo fa si macchia di reato di falsa testimonianza.

A chiarirlo una recente sentenza della Corte di Cassazione, la numero 6912 del 14 gennaio 2017: se un fedele ha subito un reato od un abuso, infatti, questi non possono rientrare nel segreto confessionale poichè non si tratta di peccati.

I religiosi chiamati a testimoniare durante un processo per un abuso subito che si rifiutano di rivelare quanto saputo durante la confessione si macchiano di falsa testimonianza poichè non rivelano notizie conosciute che non rientrano propriamente nel segreto confessionale.

Segreto confessionale: non è automatico

Il principio del segreto confessionale non può essere applicato in automatico: se un prete o una suora si rifiutano di riportare confidenze ricevute durante la confessione da qualcuno che ha subito un abuso, infatti il rifiuto viene catalogato come falsa testimonianza. Un segreto che non riguarda una colpa, e per il quale, quindi, non si chiede l’assoluzione, non rientra nell’ambito del segreto confessionale.