Nell’ambito della riforma delle pensioni si torna a parlare di prestito pensionistico per i disoccupati. A farlo è il ministro del lavoro Giuliano Poletti che lo ha individuato come lo strumento più adatto per garantire flessibilità in uscita. Il prestito pensionistico infatti, ha spiegato al margine dell’intervento alla trasmissione DiMartedì, rispetto ad altre proposte di riforma, ha il vantaggio di non pesare sui conti pubblici, che sono sotto il controllo della Commissione Europea.

L’unica strada percorribile quindi è quella di soluzioni “neutre”: “la Legge Fornero ha prosotto risparmi già contabilizzati all’interno del bilancio dello Stato per gli anni a venire e, pertanto, qualsiasi scostamento da tali valori necessita di apposite coperture”.

In quest’ottica il prestito pensionistico rappresenterebbe l’unico intervento di riforma pensioni realisticamente attuabile nel 2016 perché i pensionati restituirebbero quanto ricevuto una volta raggiunta l’agognata pensione. L’idea, come noto, non è nuova.

Guida al prestito pensionistico: tutto quello che c’è da sapere

Decisamente più in salita invece la strada per le proposte di riforma che portano la firma di Cesare Damiano e che propongono un sistema pensionistico a quote in via strutturale. Su un binario parallelo procede invece la strada per la proroga dell’opzione donna.

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