Dalla bozza del Ddl di Bilancio 2017 emergono nuove indicazioni importanti sulla riforma pensioni e, in particolare sulle modalità di riconoscimento ed erogazione del prestito pensionistico. Di fronte alla proposta di pensione anticipata con prestito pensionistico APE infatti, tra il popolo dei contrari, c’è chi critica la ratio stessa della riforma e chi invece è scettico solo relativamente ad alcuni aspetti da definire. Tra questi dati tecnici ad esempio i seguenti quesiti: quali sono gli interessi sul prestito ai pensionati per l’uscita anticipata? Chi decide e chi paga? Ora, con la bozza del Ddl di Bilancio 2017 abbiamo qualche risposta in più.

Erano quelle che ci aspettavamo? Vediamolo insieme.

Possono richiedere l’uscita anticipata tramite prestito pensionistico APE, i lavoratori, vicini alla pensione, che vantano almeno 63 anni e 20 di contributi. L’Inps richiede loro una doppia certificazione: sull’importo minimo e massimo di Ape erogabile e sulla decorrenza e l’importo della pensione di vecchiaia futura. Solo la versione social potrà essere cumulata con redditi da lavoro fino a un massimo di 8 mila euro (ma non con altri ammortizzatori).

Intermediario unico per l’accettazione della domanda sarà l’Inps. A scegliere la banca però sarà il lavoratore, sulla base delle convenzioni quadro che saranno stipulate con Abi e Ania per la definizione dei tassi di interesse e del premio assicurativo per coprire il rischio di premorienza dei beneficiari.