Quanti soldi contanti si possono prelevare dalla banca? E’ questa la domanda che oggi si pongono gli italiani alla luce dell’intricata normativa che introduce dal 2020 controlli più stringenti sull’uso del contante. Al punto che il rincorrersi di notizie sull’utilizzo del denaro contante da preoccupazione sta diventando ossessione per i contribuenti italiani.

A oggi non è ben chiaro se il prelievo di contanti allo sportello è soggetto a controlli oppure no. La legge non impone un limite al prelievo dei contanti in banca, ma solo un limite alla tracciabilità dei pagamenti che non può superare i 3.000 euro (limite che scenderà a 2.000 dal 1 luglio 2020).

Pertanto, la fattura del dentista, ad esempio, potrà essere pagata anche in contanti se non supera tale soglia. Ma questo è un limite che vale ai soli fini della lotta all’evasione fiscale e riguarda i controlli che il fisco fa sulla tracciabilità dei pagamenti.

Quanto si può prelevare allo sportello

All’atto pratico del prelevamento di denaro contante presso lo sportello della banca non vi è alcun limite poiché il cliente è libero di disporre dei propri depositi come meglio crede decidendo anche di custodire il denaro contante in una cassetta di sicurezza o in cassaforte qualora non si fidi delle banche o tema un prelievo forzoso sui conti correnti da parte dello Stato, come già avvenuto nel 1992. Unico vincolo è imposto alle banche in materia di riciclaggio.

La normativa antiriciclaggio

Posto, quindi, che dal punto di vista fiscale non vi è alcun limite per il prelievo di denaro contante allo sportello, la normativa impone alla banca di chiedere al cliente il motivo del prelevamento di somme superiori a 10.000 euro al mese in ossequio al rispetto della normativa antiriciclaggio. La banca segnalerà quindi l’operazione e il nominativo all’UIF (Unità di Informazione Finanziaria) presso la Banca d’Italia per le opportune indagini.

Tali segnalazioni vengono poi inviate alla Guardia di Finanza che effettuerà eventualmente appropriate indagini.

Limite di 5.000 euro per imprese e aziende

Fermo restando la segnalazione al UIF per prelievi superiori a 10.000 euro al mense, diverso è il controllo che avviene sui conti correnti delle aziende e delle imprese da parte della banca. Coloro che sono titolari di reddito di impresa, se superano i 1.000 euro al giorno o 5.000 euro al mese di prelievo contanti saranno soggetti a controlli da parte del fisco. Questo perché si ritiene che l’evasione fiscale si annidi soprattutto laddove ci sia titolarità di partita Iva. Così oggi, grazie anche all’entrata in vigore della normativa sui controlli dei conti correnti, sarà più facile per l’Agenzia delle Entrate scovare i casi di evasione fiscale. Ad essere escluse dalle nuove soglie sono i professionisti come precisato dalla sentenza della Corte di Cassazione n. 228 del 2014. Ricapitolando, quindi, il prelievo contanti in banca non è vietato, anche se la somma viene ripartita su più conti intestati al medesimo soggetto. Occorre però tenere traccia del motivo del prelievo e giustificando con documentazione fiscale le spese sostenute (scontrini, fatture, quietanze).