Nel linguaggio comune si chiamano contributi volontari, ma per l’INPS si parla di prosecuzione volontaria dei versamenti contributivi. Si tratta di uno strumento assai utile che i lavoratori possono utilizzare per poter raggiungere una determinata soglia contributiva utile alla pensione. Infatti chi non raggiunge le soglie minime per l’accesso ad una determinata misura previdenziale, non può andare in pensione. Questo vale anche per la pensione di vecchiaia che come tutti sanno prevede la contribuzione minima di 20 anni. 

“Buonasera, mi chiamo Elvira ed ho 15 anni di contributi versati.

Oggi ho 59 anni di età. Dal momento che non lavoro più, mi chiedevo se c’era la possibilità di iniziare a versare da sola i 5 anni di contributi che mi mancano per arrivare a 20. Inoltre volevo sapere se potevo accedere alla pensione a 64 anni dal momento che se inizio a versarli subito conto di arrivare a completare i 20 anni a 64 anni di età.” 

Proseguire da soli i versamenti per andare in pensione 

La prosecuzione volontaria dei contributi è una valida alternativa che i contribuenti italiani hanno per poter proseguire una carriera lavorativa interrottasi senza aver raggiunto il diritto ad una misura pensionistica. Per la prosecuzione volontaria serve essere autorizzati all’INPS. I diretti interessati infatti devono presentare istanza all’Istituto previdenziale per poter proseguire la loro carriera contributiva con i versamenti volontari.

I vincoli dei contributi volontari per la pensione

L’unico vicolo è che il lavoratore deve avere almeno 5 anni di contributi versati alla data della presentazione della richiesta di prosecuzione volontaria. Inoltre almeno 3 di questi 5 anni di contributi versati devono essere stati accreditati nei 5 anni che precedono la data della domanda di prosecuzione volontaria. La nostra lettrice quindi ha tutto il diritto di proseguire e di presentare richiesta all’INPS se rispetta anche il vincolo dei 3 anni visto che i 5 anni di contributi versati sono abbondantemente superati avendone già completati 15.

  

Ecco quando i contributi volontari non servono per la pensione 

Versare 5 anni di contributi però chiama gli interessati ad un esborso piuttosto ingente dal momento che bisogna calcolare il 33% di aliquota contributiva. Esborso che è determinato sulla base della media delle retribuzioni che l’interessato ha avuto durante gli ultimi rapporti di lavoro. Resta il fatto che per raggiungere i 20 anni di contributi versati è un’opzione che si può utilizzare. La nostra lettrice infatti, stando a quanto ci si dice, con 15 anni di contributi non dovrebbe avere accesso a nessuna forma pensionistica nemmeno a 67 anni di età dal momento che ne servono 20. Per quanto riguarda la domanda relativa alla possibilità di pensione a 64 anni, immaginiamo che si riferisca alla pensione anticipata contributiva. Va detto in primo luogo che questa misura si può utilizzare soltanto se la carriera lavorativa del diretto interessato è iniziata dopo il 31 dicembre 1995. Un dato che la nostra lettrice omette di indicarci. 

Difficili le alternative alla quiescenza di vecchiaia 

pensioni uscite
Resta il fatto che la pensione anticipata contributiva per la nostra lettrice non è fruibile dal momento che per le pensioni anticipate per i contributivi puri non sarebbe utilizzabile la prosecuzione volontaria. Infatti per chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995, non è valutabile la contribuzione derivante dalla prosecuzione volontaria. Senza considerare poi il limite dell’importo della pensione. Difficile che con 20 anni di contributi, compresi i contributi volontari, la pensione sia superiore a 2,8 volte l’assegno sociale. Un fattore determinante per poter accedere alla pensione anticipata contributiva.

Attenzione all’aspettativa di vita

La nostra lettrice dovrà attendere il 2030 e quindi otto anni per andare in pensione con la quiescenza di vecchiaia. E bisogna anche considerare il fatto che vista la lontananza temporale del suo ipotetico pensionamento, bisogna fare i conti anche con eventuali incrementi dell’età pensionabile dovuti all’aspettativa di vita.

Incrementi che almeno fino al 2026 dovrebbero essere congelati, ma che per gli anni successivi potrebbero tornare a far salire i requisiti delle pensioni.  

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“Visto il sempre crescente numero di persone che ci scrivono vi chiediamo di avere pazienza per la risposta, risponderemo a tutti.
Non si forniscono risposte in privato.”