La tassa sulla plastica, sostanzialmente, colpisce i consumi di questo materiale da parte di qualsiasi azienda. Essa sarà pari a 1 euro per ogni chilogrammo di plastica prodotta o consumata.

Pur lasciando intatta quest’impostazione di base, il potenziale correttivo sarebbe quello di inserire anche dei meccanismi premiali che favoriscano gli investimenti in nuovi macchinari e competenze, necessarie a sviluppare la produzione di materiali di consumo riciclabili.

Chi saranno i soggetti coinvolti?

Nella bozza delle Legge di Bilancio 2020 si parla, sostanzialmente, della produzione, acquisto o cessione dei cosiddetti “MACSI” ossia “plastica presente nei manufatti con singolo impiego”.

In particolare, i soggetti passivi di questa nuova imposta, saranno:

  • l produttori di questi materiali se fabbricati in Italia;
  • I soggetti che la acquistano nell’esercizio della propria attività;
  • Chi cede tali prodotti a consumatori privati, se provenienti da altri Paesi dell’Unione europea;
  • Gli importatori da paesi esteri.

Sono esclusi dal campo di applicazione dell’imposta i materiali computabili e alcuni prodotti sanitari.

In ogni caso, questi soggetti saranno obbligati a dichiarare, su base trimestrale, i chilogrammi di plastica acquisti, prodotti o ceduti, a seconda della fattispecie sopra riportata, ma nulla è dovuto se l’importo calcolato è inferiore a 10 euro.

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