Gentile redazione, so che i permessi maturati nel 2016 e non goduti entro il 30 giugno 2017 dovrebbero essere liquidati e pagati dal datore di lavoro. Avevo accumulato nel corso dello scorso anno molte ore di permessi non goduti ma nella busta paga di giugno non mi sono stati monetizzati. C’è una scadenza per la liquidazione dei permessi non goduti oppure vanno pagati per legge nella busta paga di giugno? Come dovrei comportarmi con il mio datore di lavoro?

Permessi maturati e non goduti dal lavoratore, vanno monetizzati dal datore di lavoro, entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di maturazione.

Questo è previsto nella normativa in materia di lavoro, che regola la fruizione dei permessi, denominati ROL, e che si differenzia da quanto previsto invece per le ferie non godute.

Permessi non goduti, sono pagati nella busta paga di giugno?

Maturazione dei permessi – ROL

Ogni lavoratore, in base al contratto di lavoro con il quale è stato assunto, matura ogni mese in busta paga un numero di ore di permesso – ROL, da utilizzare in base alle proprie esigenze. Se il lavoratore anche maturando i permessi non né usufruisce entro il 30 giugno dell’anno successivo, il datore di lavoro dovrà pagare in busta paga di giugno, i permessi non goduti.

Cosa sono i permessi

I permessi sono periodi di assenza dal lavoro retribuiti che possono essere fruiti a gruppi di ore. Il numero di ore di permesso maturate dipende dal contratto CCNL di riferimento.

Differenze fra permessi e ferie

I permessi maturati, a differenza di quanto avviene per le ferie hanno una scadenza, devono essere goduti dal lavoratore entro l’anno in cui sono stati maturati a pena di decadenza degli stessi.
A differenza delle ferie, che vengono pagate solo nel caso di cessazione del rapporto di lavoro, i permessi non goduti sono pagati.


Il pagamento dei permessi non goduti entro il 30 giugno avviene secondo il livello di retribuzione previsto dal contratto di lavoro con cui il lavoratore è assunto.

Sanzioni

I permessi non utilizzati entro l’anno in cui sono stati maturati decadono. Tuttavia possono essere utilizzati fino alla scadenza del 30 giugno (dell’anno successivo). Entro tale data, se non utilizzati, devono essere pagati.

Spesso accade che, proprio a ridosso della scadenza, i datori di lavoro forzino i lavoratori a prendere i permessi residui per evitare il pagamento.

Ecco le sanzioni per i datori di lavoro che non rispettano le normative su orario di lavoro, ferie e riposi.

Le nuove sanzioni del Collegato Lavoro, introducono un sistema progressivo, le sanzioni aumentano se le violazioni riguardano più lavoratori e se sono ripetute nel tempo.

Superamento della durata media dell’orario di lavoro

Il lavoratore non deve superare le 48 ore in 7 giorni. In caso di inosservanza sanzione da 100 a 750 euro; da 400 a 1.500 euro se la violazione è rilevata su più di 5 dipendenti o almeno in 3 periodi (4, 6 o 12 mesi).

Mancata concessione del riposo H24

Il riposo deve essere di almeno 24 ore ogni 7 giorni. Il riposo settimanale (di solito la domenica) cumula con le ore di riposo giornaliero. Multa da 1.000 a 5.000 euro se l’inosservanza si riferisce a più di 10 dipendenti o è stata rilevata in 5 periodi.

Mancato riconoscimento delle ferie

Al datore di lavoro che non riconosce le ferie e il riposo la sanzione è da 100 a 600 euro; da 400 a 1.500 euro se si riferisce a più di 5 lavoratori o si è protratta per almeno 2 anni; da 800 a 4.500 se si riferisce a più di 10 lavoratori o si è protratta per almeno 4 anni.

Mancata concessione del riposo giornaliero

Sanzione da 50 a 150 euro; da 300 a 1.000 euro se si riferisce a più di 5 lavoratori o si riferisce ad almeno 3 periodi di 24 ore; da 900 a 1.500 euro se si riferisce a più di 10 lavoratori o si riferisce ad almeno 5 periodi di 24 ore.

Conclusioni

Nel caso specifico, consigliamo di chiedere direttamente spiegazioni al datore di lavoro o al referente, se la risposta non è soddisfacente, allora è il caso di fare una comunicazione scritta dove chiedere espressamente il pagamento dei permessi non goduti e presentarla al datore di lavoro.

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