Permessi 104 e congedo straordinario legge 104, due strumenti a disposizione dei lavoratori per assentarsi dal lavoro (senza perdere la retribuzione) per assistere un familiare disabile (figli, genitori, ecc.).

Tuttavia, bisogna considerare un aspetto che molti sottovalutano. L’effetto che ne deriva sulla busta paga del lavoratore, anche se non il termini di retribuzione.

Cosa sono i permessi 104

Il lavoratore dipendente che ha necessità di assistere un familiare disabile può godere dei c.d. permessi 104. Spettano per un massimo di 3 giorni al mese (possono essere goduti anche in ore).

Il legislatore, tuttavia, individua specificamente chi può chiedere il beneficio. Oltre al disabile (per se stesso), possono usufruire dei permessi 104:

  • genitori, anche adottivi o affidatari, di figli disabili in situazione di gravità
  • coniuge, parte dell’unione civile, convivente di fatto, parenti o affini entro il terzo grado di familiari disabili in situazione di gravità.

Il diritto ai permessi può essere esteso ai parenti e agli affini di terzo grado soltanto qualora i genitori o il coniuge o la parte dell’unione civile o il convivente di fatto della persona con disabilità grave abbiano compiuto i 65 anni di età oppure siano anche essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.

Una recente novità è che, l’INPS, nella Circolare n. 36 del 7 marzo 2022, ha aperto la possibilità ai permessi 104 anche all’unito civilmente, oltre che nel caso in cui in cui questi presti assistenza all’altra parte dell’unione, anche nel caso in cui rivolga l’assistenza ad un parente dell’unito. Il tutto nel rispetto del grado di affinità (vedi anche Permessi 104, novità per unioni civili: via libera ai parenti dell’altra parte).

Il congedo straordinario legge 104

C’è poi anche il congedo straordinario legge 104. Si tratta di un periodo di assenza dal lavoro che può essere concesso ai lavoratori dipendenti che hanno necessità di assistere un familiari con disabilità grave.

È possibile richiedere fino a un massimo di 2 anni di congedo straordinario nell’arco della propria vita lavorativa. Tale limite è da intendersi complessivo fra tutti gli aventi diritto per ogni disabile grave. Pertanto, chi ha più di un familiare disabile può beneficiare del congedo per ciascuno di essi, ma non potrà comunque mai superare i due anni. Infatti, non è previsto il cosiddetto “raddoppio”.

I due anni possono essere anche consecutivi.

Gli effetti su pensione, tredicesima, ferie e TFR

Il periodo di fruizione dei permessi 104 e del congedo straordinario legge 104 è retribuito ed coperto da contribuzione figurativa valida per il diritto e per la misura della pensione.

Tuttavia, mentre ai fini pensionistici nessuna conseguenza si ha per il lavoratore, c’è, invece, da considerare il fatto che i periodi di congedo non sono computati ai fini della maturazione di ferie, tredicesima e trattamento di fine rapporto (TFR).

Questo significa che, ad esempio, nei due anni di godimento del congedo straordinario legge 104, il lavoratore non si ritroverà in busta paga il rateo della tredicesima ed il rateo della quota riferita al TFR.

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