Raggiungere il diritto alla pensione anticipata ordinaria ma scegliere di restare a lavorare ancora. È una opzione che le norme consentono ai lavoratori, anche se per tutto quello che si dice può sembrare una stranezza. Infatti arrivare a 42 anni e 10 mesi di contributi con la voglia di restare ancora al lavoro non è certo una cosa facile da ipotizzare. Però qualcuno in queste condizioni esiste. Ed un nostro lettore lo scrive apertamente, aprendo però ad un quesito che mette in mostra la paura che tutti i lavoratori hanno in questi giorni.

Una paura dettata dall’ipotetico restyling del sistema previdenziale italiano. Potrebbero arrivare novità sulle pensioni, e come sempre accade, quando si parla di novità, non sempre sono novità positive per i pensionati. La riforma Fornero insegna e mette in allarme.

“Gentili esperti di Investire Oggi, vi leggo da anni ormai e vi apprezzo molto. Volevo chiedervi un consiglio ed anche un parere su una idea che mi è venuta adesso. Mi chiamo Paolo ed ho chiuso 42 anni e 10 mesi di contributi il primo settembre 2022. A 63 anni ho già completato la carriera utile alla pensione di anzianità. A dire il vero potevo andare in pensione già l’anno scorso con la quota 100, ma mi sono detto che ero ad un passo dalla pensione anticipata ordinaria ed ho proseguito a lavorare. Mi sento ancora in forza ed io, un altro anno di lavoro lo vorrei fare. Mia moglie però sostiene che sarebbe meglio dire basta adesso, perché se arriva una riforma delle pensioni come quella della Fornero, potrei perdere il treno se il requisito contributivo viene aumentato. Esiste la possibilità che perdo il diritto alla pensione e faccio la fine degli esodati Fornero?”

Pensione anticipata: la paura di una nuova legge Fornero sulle pensioni

Le donne sono per natura molto più attente e previdenti rispetto agli uomini.

Ma stavolta la moglie del nostro lettore probabilmente ha esagerato o sta usando un eccesso di prudenza. È vero che in Italia a volte sono successe cose inimmaginabili, come la riforma del 2012 ha insegnato. Misure che di colpo allontanano la pensione per chi era ormai prossimo alla quiescenza non sono cose impossibili. Con la riforma Fornero un autentico salasso da questo punto di vista si è abbattuto su quelli che poi vennero definiti esodati. Lavoratori che ormai, prossimi alla pensione, avevano già programmato l’abbandono del posto di lavoro, salvo poi restare senza pensione e pure senza lavoro. A tal punto che dopo la riforma furono necessari diversi interventi di salvaguardia esodati. Ma il nostro lettore non è prossimo alla pensione, perché l’ha già maturata. E questo cambia tutto.

Nessun rischio per chi ha già 42,10 anni di contributi versati

Il nostro lettore ha già 42,10 anni di contributi versati. Non deve ancora raggiungerli. Che significa? Che ha congelato il suo diritto alla pensione, con il meccanismo della cristallizzazione. Potrebbe tranquillamente proseguire a lavorare, per scegliere in un secondo momento di andare in pensione. Questo vale non solo per la pensione anticipata con 42,10 anni di contributi per gli uomini e 41,10 anni di contributi per le donne. Vale perfino per misure come la quota 100, ormai da tempo cessate. Anche se per assurdo, il nuovo governo decidesse di portare a 44 anni di contributi la pensione anticipata, il nostro lettore non subirebbe conseguenze. Diverso il caso per chi ad esempio, i 42 anni e 10 mesi di contributi versati li raggiunge nel 2023. Anche se il requisito contributivo per le anticipate sarà questo fino al 2026 come deciso a suo tempo con lo stop agli adeguamenti per le aspettative di vita, un rischio non è nullo.