Chi perde il Reddito di Cittadinanza dal 2022? Lo perderà anche chi rifiuta di fare il bagnino. Perché dal prossimo anno ci sarà la stretta sul sussidio. Proprio per quel che riguarda il NO. Ovverosia, il rifiuto alle offerte di lavoro anche se queste sono di breve durata. Pure aventi una durata di soli tre mesi come l’occupazione stagionale rappresentata da chi fa proprio il bagnino.

In particolare, l’orientamento del Governo italiano sul sussidio è chiaro. Riguardo a chi perde il Reddito di Cittadinanza.

Ovverosia, evitare che il percettore incassi mensilmente le somme spettanti e, nello stesso tempo, eviti di attivarsi per trovare un’occupazione. A partire proprio dal rifiuto delle offerte proposte dai Centri per l’Impiego.

Perde il Reddito di Cittadinanza anche chi rifiuta di fare il bagnino: stretta sui NO alle offerte di lavoro

Nel dettaglio, a partire dal 2022 perde il Reddito di Cittadinanza chi rifiuta la seconda offerta di lavoro. Anche di breve durata. E pure se, rispetto al comune di residenza, l’offerta di lavoro dista più di 250 chilometri da casa. Dovrebbe essere strutturato così, infatti, il sussidio per il prossimo anno. Per quel che riguarda le politiche attive sul lavoro.

Con il rischio che perde il Reddito di Cittadinanza anche chi si rifiuta di fare il bagnino. Cosa che rappresenta una stretta rispetto al passato. E che si spinge nella direzione voluta dalla Lega. Ovverosia, quella di non garantire l’erogazione del sussidio a chi non ha voglia di lavorare.

Sul sussidio da prossimo anno scatterà pure il taglio dell’importo

È probabile che, nell’iter di approvazione in Parlamento della manovra, su chi perde il Reddito di Cittadinanza dal prossimo anno potrebbero esserci dei correttivi. Apportati anche all’ultimo minuto. In ogni caso dovrebbe arrivare per i percettori occupabili pure il taglio dell’importo.

Ovverosia, 5 euro in meno al mese a partire dal sesto mese se chi lo percepisce nel frattempo non avrà trovato lavoro. Ma con l’esclusione, come clausola di salvaguardia, dei sussidi al di sotto della soglia dei 300 euro moltiplicati per la scala di equivalenza.