Domani, 6 aprile 2019, il reddito di cittadinanza compie un mese dal suo debutto. E arrivano anche i primi dati parziali. I Caf ad esempio hanno registrato oltre 600 mila domande (alle quali ricordiamo vanno aggiunte le 223 mila depositate all’Inps tramite le Poste e le 30.521 inoltrate online): che cosa ci dice l’analisi di queste richieste? La grande maggioranza dei richiedenti (circa il 75%) ha un’età compresa tra i 30 e i 67 anni mentre il 17% corrisponde a richiedenti della pensione di cittadinanza. Solamente l’8% invece ha meno di 30 anni.

Domanda reddito di cittadinanza giovani: chi vive con i genitori e chi va a vivere da solo

Un dato che in parte sorprende visto che, stando alle ricerche dell’ Eurostat in Italia ci sono oltre due milioni di Neet (giovani tra i 18 e i 24 anni che non studiano e non hanno un lavoro).

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Possibile che non abbiano chiesto il reddito di cittadinanza? Viene da dedurre che non ne abbiano diritto. Forse una spiegazione possibile è quella del nuovo requisito che richiede un massimo di 26 anni per considerare i figli maggiorenni non convivente con i genitori come parte del nucleo familiare (a patto che possieda i requisiti per essere considerato a loro carico a fini IRPEF, non sia coniugato e non abbia figli). Se un giovane è andato a vivere da solo cambiando residenza, potrebbe dover aspettare per fare domanda del reddito di cittadinanza (se il vincolo per i divorziati venisse esteso a tutti). Ricordiamo inoltre che nel caso di variazioni del nucleo familiare rispetto ai dati dichiarati ai fini ISEE, bisognerà presentare una DSU aggiornata, entro due mesi dalla modifica, pena la decadenza dal beneficio.

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