Il 75% dei richiedenti che ha fatto domanda per il reddito di cittadinanza ha ricevuto conferma dall’Inps dell’approvazione. Con l’e-mail o l’-sms ha però visualizzato l’importo che sarà accreditato sulla carta RdC e le polemiche non si sono fatte attendere. In molti casi la cifra è infatti ben lontana dai 780 euro che ci si aspettavano. C’è chi dai social urla alla truffa ma, a ben vedere, le cose non stanno così. Facciamo chiarezza per capire in che modo viene effettuato il calcolo Inps.

Se non hai ancora ricevuto risposta alla domanda per il reddito di cittadinanza, clicca qui per conoscere le tempistiche previste

Come viene calcolato l’importo del reddito di cittadinanza

Sulle pagine social è una pioggia di commenti e anche in redazione ci stanno giungendo segnalazioni di protesta. Mamme single e disoccupati che speravano in una cifra vicina ai 780 euro o, almeno, ai 520 euro di media emersi dai primi dati dopo la verifica Inps. E invece in molti casi, tra coloro che scrivono indignati e delusi, si va dai 40 ai 200 euro circa. “Come è possibile che ho preso così poco per il reddito di cittadinanza?” si chiedono con toni diversi: c’è chi confida in un errore di calcolo del sussidio e chi accusa il governo di aver fatto false promesse. Qual è la verità e in che modo si può spiegare l’importo del reddito di cittadinanza?

Rispondere a queste domande ci riporta a spiegare in che modo viene effettuato il calcolo del reddito di cittadinanza spettante. L’Inps ha da sempre specificato che “la cifra spettante per Reddito di Cittadinanza o Pensione di Cittadinanza viene elaborata dall’Inps al netto delle prestazioni già spettanti e in applicazione della normativa del RdC votata in Parlamento e illustrata sul sito del Ministero del Lavoro”. In altre parole ciò significa che, così come affitto o mutuo possono concorrere a far aumentare l’importo del reddito di cittadinanza rispetto ai 500 euro di base del sussidio (rispettivamente di 280 e 150 euro riconosciuti a titolo di bonus affitto o quota per la rata del mutuo), secondo lo stesso principio l’esistenza di altre prestazioni già spettanti abbassano quanto dovuto.