Vediamo, per la partita IVA in regime forfettario, come potrebbe cambiare verso l’alto la soglia massima dei ricavi. O dei compensi. Non per rimanere nel regime della flat tax. Ma in quello transitorio biennale prima di passare al regime fiscale ordinario. Quello che prevede il pagamento dell’IRPEF. E non più la tassa piatta a titolo di imposta sostitutiva.

In particolare, per la partita IVA in regime forfettario, superata la soglia dei 65.000 euro di ricavi o di compensi, si entrerebbe in un regime transitorio.

Avente la durata di due anni. Ma a patto di mantenersi sotto la soglia di 85.000 euro.

Per la partita IVA in regime forfettario ecco come potrebbe cambiare verso l’alto la soglia dei ricavi

Questa è infatti, per la partita IVA in regime forfettario, la soglia massima dei ricavi per entrare nel regime transitorio. In accordo con quanto è stato riportato da ItaliaOggi.it. Citando il nuovo testo del disegno della legge delega fiscale.

Per la partita IVA in regime forfettario, inoltre, la novità potrebbe rappresentare un primo passo verso una nuova soglia di ricavi. Ovverosia, trasformare a regime il forfettario, eliminando i due anni di transizione, con il rispetto di una soglia di ricavi o di compensi non più a 65.000 euro. Ma proprio a 85.000 euro.

Come potrebbe essere modificato in futuro il regime della flat tax

Una soglia che, tra l’altro, per la partita IVA in regime forfettario, si avvicina a quei 100.000 euro di soglia massima richiesta per l’innalzamento da partiti che attualmente sostengono la maggioranza Draghi come la Lega. Il partito attualmente guidato da Matteo Salvini.

Inoltre, nella delega fiscale, oltre alla cosiddetta easy tax biennale, è previsto pure che, a regime, si vada non solo verso la progressiva eliminazione della ritenuta d’acconto. Ma anche verso la progressiva mensilizzazione degli acconti di imposta.