Per gli invalidi non mancano certo le misure tra l’assistenziale ed il previdenziale. Alcune sono misure che erogano indennità, altre invece prestazioni. Ma ci sono strumenti appositamente creati per ridurre l’inevitabile gap che queste persone pagano rispetto alla generalità degli altri soggetti proprio per la loro menomazione fisica. Uno di questi è la maggiorazione contributiva per invalidi. L’occasione per parlare di questo strumento INPS la offre una domanda di un nostro lettore. “Spettabile redazione, ho un dubbio che riguarda il mio estratto conto dei contributi Inps.

Mi avevano detto che in quanto invalido ogni anno di lavoro mi avrebbero accreditato 14 mesi. Nel mio estratto conto però, ogni anno è riportato con 52 settimane lavorative, cioè 12 mesi. Perché?” 

La maggiorazione contributiva per gli invalidi, la guida alla misura 

 Ciò che hanno detto al lavoratore è realtà, anche se soggetta a limiti e regole che forse il lavoratore invalido e nostro lettore, non conosce o non ha capito. In primo luogo va detto che un invalido con il 74% di invalidità certificata dalle commissioni mediche delle ASL, ha diritto a quella che viene chiamata maggiorazione contributiva. In sostanza spetterebbero 2 mesi di contribuzione in più ogni anno di lavoro pieno. Giusto quindi considerare 14 mesi di dote contributiva ogni 12 effettivamente svolti e coperti da contribuzione.  

Tutti i limiti alla maggiorazione contributiva invalidi  

Tale maggiorazione spetta a chi è stato riconosciuto invalido con una percentuale pari o superiore al 74%. Ma solo per gli anni di lavoro successivi al riconoscimento del grado di invalidità necessario per il diritto alla maggiorazione. Un beneficio che non vale quindi per gli anni di lavoro precedenti, anche se già riconosciuti invalidi ma sotto la soglia del 74%. Il tetto massimo di maggiorazione che può essere ottenuta è di 5 anni. Chi ha lavorato per 6 anni con addosso una invalidità pari o superiore al 74% ha diritto a 7 anni di contributi utili alla pensione.

Chi ha lavorato 8 anni così invece, ha diritto a 9 anni e 4 mesi di contribuzione e così via.  

 Per la maggiorazione invalidi serve apposita domanda all’INPS 

Il fatto che manchino i contributi nell’estratto conto del nostro lettore non è un problema. In effetti l’INPS non assegna la maggiorazione contributiva in automatico ma serve una richiesta. L’interessato deve produrre istanza all’INPS. Per il nostro lettore quindi, la maggiorazione non è inserita nell’estratto conto dal momento che non ha fatto mai domanda all’INPS. Ma nulla è perduto, anche perché ad esclusione dei lavoratori iscritti alla gestione esclusiva ex INPDAP, questa istanza non può essere fatta durante la continuità del rapporto di lavoro. Infatti tale istanza deve essere prodotta contestualmente alla domanda di pensione. Sarà nel momento che il nostro lettore dovrà presentare domanda di pensione che dovrà richiedere i benefici della maggiorazione contributiva per gli invalidi.