Le pensioni degli italiani sono troppo basse e spesso non consentono una vita dignitosa. Un problema che sicuramente è insito nel sistema previdenziale italiano ed anche nel sistema lavorativo. Troppo bassi i contributi che si versano, troppo penalizzante il sistema di calcolo delle prestazioni e le problematiche del lavoro sono tutti fattori che producono la pochezza degli assegni previdenziali. A volte però è lo stesso pensionato che non fa le cose come andrebbero fatte e ci rimette soldi.  

“Gentile redazione, vorrei una mano a rendere la mia pensione più dignitosa.

Con 350 euro al mese ci faccio davvero poco. Mia sorella, più fortunata di me evidentemente, prende di più di pensione, ed ho notato sul suo cedolino della pensione che ci sono tante voci che sul mio mancano. Tante voci con soldi che si aggiungono alla pensione mentre a me nulla. Come mai?” 

Perché le pensioni spesso sono basse 

Il nostro lettore non è l’unico che in pratica chiede una via per rispondere alla domanda sul come aumentare la propria pensione. E da quello che ci dice, viene evidente il sospetto che sia il tipico caso di soggetto a cui manca qualcosa sulla sua pensione. Se nel cedolino della sorella ci sono tante voci, mentre mancano nel suo, o lui non ha diritto a quelle voci o si tratta dei cosiddetti diritti inespressi. Paragonare la situazione di due pensionati non è possibile perché possono essere tante le motivazioni che rendono due trattamenti nettamente diversi. Chi prende una pensione bassa può essere che abbia pochi contributi versati, oppure che abbia redditi troppo elevati. Oppure è facile che si tratti di mancate richieste all’INPS da parte dello stesso pensionato. In questo caso la situazione si risolve producendo le opportune domande che nel 90% dei casi hanno esito positivo.   

Cosa sono i diritti inespressi della pensione

Su una pensione il beneficiario potrebbe avere diritto ad integrazioni di trattamento, che se non richieste all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, quest’ultimo non liquida automaticamente.

Le voci aggiuntive di cui parla il pensionato potrebbero essere queste. Si tratta di: 

  • Maggiorazione sociale; 
  • Quattordicesima mensilità; 
  • Assegni per il nucleo familiare; 
  • Integrazione al trattamento minimo.  

Sono tutte voci e importi aggiuntivi sugli assegni che l’Istituto previdenziale eroga solo se il pensionato presenta domanda (solo la quattordicesima è automatica, anche se resta sempre collegata al modello RED). E nel momento in cui il diretto interessato non le richiede, si materializza il fenomeno dei diritti inespressi.  

Cosa deve fare il pensionato per ottenere ciò che gli spetta 

Il pensionato quindi dovrebbe provvedere alla richiesta all’INPS, per tutte quelle voci aggiuntive prima citate. Inviando domanda corredata dai redditi degli ultimi anni, il pensionato potrebbe avere diritto ad una somma aggiuntiva sul rateo mensile. E se i requisiti per ottenerle sono validi anche a ritroso, si ha diritto agli arretrati. Una volta prodotta domanda, se accolta, l’interessato si troverà con un aumento dei ratei per i mesi futuri. Ma se il diritto scattava negli anni precedenti, si fa diritto fino a 5 anni di arretrati. Se pensiamo che esistono maggiorazioni anche da oltre 130 euro in più al mese, è evidente comprendere di che cifre si parla per gli ipotetici arretrati di 5 anni. Stando alle statistiche, nel 90% dei casi chi produce questo genere di istanze ha buone probabilità di ottenere ciò che chiede. Anche perché circa un trattamento previdenziale ogni tre presenta anomalie di questo genere.