L’Inps sta verificando il diritto alla pensione degli insegnanti. L’Istituto di previdenza ha infatti comunicato a docenti e dirigenti scolastici che hanno presentato domanda di pensionamento per il 2020 che sono in corso le verifiche per dare corso alle relative pratiche. Entro il 29 maggio sarà dato riscontro.

Come reso noto esiste uno stretto coordinamento fra Inps e personale docente per quanto riguarda la cessazione del rapporto di lavoro e il pensionamento. Il Ministero dell’Istruzione infatti individua dapprima i potenziali aventi diritto alla pensione prendendo in considerazione chi ha fatto domanda entro il 10 gennaio 2020, come previsto dal D.

M. 1124 del 2019. Poi, se l’Inps dà il via libera, procede con la risoluzione del rapporto di lavoro.

La fase di ricognizione Inps

In questa prima fase di ricognizione del diritto ad andare in pensione, che si concluderà il 29 maggio 2020, quindi, i docenti e dirigenti scolastici continuano a lavorare in attesa che l’Inps accerti il diritto alla pensione. Gli interessati dovranno quindi presentare apposita domanda di cessazione dal servizio a partire dal 1 settembre e conseguentemente avanzare richiesta di pensionamento al Inps. La trattazione delle domande di pensionamento da parte del Inps viene suddivisa in elenchi, suddivisi nelle categorie infanzia, primaria, secondaria di 1° e 2° grado, personale educativo, insegnanti di religione, A.T.A. e dirigenti.

La domanda di pensione all’Inps

Si rammenta che la domanda di cessazione dal servizio per ottenere il pensionamento dovrà essere accompagnata da apposita e distinta richiesta di pensione all’Inps in una seconda fase. L’accertamento del diritto al trattamento pensionistico – specifica la circolare del Miur – sarà effettuato da parte delle sedi competenti dell’Inps sulla base dei dati presenti sul conto assicurativo individuale e della tipologia di pensione indicata nelle istanze di cessazione, dandone periodico riscontro al Miur, per la successiva comunicazione al personale, entro il termine ultimo del 29 maggio 2020.

Il rispetto di tale termine presuppone la sistemazione preventiva dei conti assicurativi dei dipendenti, anche con l’intervento del datore di lavoro.

La doppia istanza e quota 100

Quest’anno la circolare Miur sul pensionamento dei docenti al 1° settembre 2020 ha reso disponibile al momento della presentazione della domanda di cessazione dal servizio due istanze Polis contemporaneamente, una dedicata alla maturazione dei requisiti anagrafici e/o contributivi tradizionali di cui al DL 201/2011 (pensione di vecchiaia, pensione anticipata, opzione donna, pensione di vecchiaia con requisito anagrafico ridotto per gli insegnanti della scuola d’infanzia con almeno 30 anni di contribuzione) e una dedicata alla quota 100 di cui al DL 4/2019 (62 anni e 38 anni di contributi). L’interessato poteva, quindi, presentare entrambe le domande; in tal caso l’istanza di cessazione formulata con quota 100 viene trattata in subordine rispetto a quella formulata con i requisiti tradizionali. L’inps, qualora siano presenti due domande, dovrà certificare il diritto per entrambe, una con requisiti ordinari e l’altra per quota 100.

La cessazione dal servizio

La liquidazione della pensione da parte del Inps potrà avvenire solo dopo che il docente abbia cessato il servizio al 1 settembre. Procedimento che spetta al Miur per competenza. In vista della cessazione dal servizio e per evitare di restare senza stipendio e pensione dal 1° settembre 2020 è bene che l’interessato al momento della presentazione dell’istanza di cessazione dal servizio accetti la “dichiarazione di salvaguardia” che consente, in caso di accertamento negativo dei requisiti per l’andata in pensione, la mancata interruzione del rapporto d’impiego con l’amministrazione. E’ inoltre opportuno che venga presentata domanda di pensione all’Inps tempestivamente in modo da ridurre al minimo i rischi di un ritardato pagamento della pensione dal 1° settembre 2020.