Governo al lavoro per allargare il perimetro di Ape Sociale. La riforma pensioni per il dopo quota 100 sarà molto probabilmente incentrata su questa forma di pensionamento anticipato già esistente e collaudato.

Come noto, Ape Sociale rappresenta uno scivolo pensionistico e, a differenza di quota 100, non è una vera e propria pensione. Lo Stato riconosce agli aventi diritto una indennità commisurata alla pensione futura con massimale di 1.500 euro mensili. La pensione vera e propria sarà liquidata al raggiungimento dei requisiti ordinari.

Ape Sociale allargata a 57 categorie di lavoratori dal 2022

Premesso ciò, la domanda che ci si pone è: quali lavoratori finora esclusi da Ape Sociale potranno lasciare in anticipo il lavoro il prossimo anno? Come noto, fra i beneficiari di Ape Sociale ci sono anche coloro che svolgono lavori usuranti.

Si tratta di 15 categorie che però, grazie al lavoro svolto dalla commissione governativa sui lavori gravosi, sarà allargata dal 2022 a 57 categorie comprendenti più di 200 mansioni. Alcune riguardano anche il personale scolastico, quello che negli ultimi anni si è lamentato maggiormente.

Anche perché finora solo gli educatori di asili nido e i maestri di scuola d’infanzia possono godere di sconti sull’età pensionabile. Mentre per tutto il resto del personale scolastico restano in vigore le opzioni di pensionamento anticipato previste da quota 100 (che sparirà) e opzione donna.

Insegnanti e bidelli in pensione a 63 anni

Secondo la bozza di riforma, Ape Sociale sarà estesa dal 2022 anche agli insegnanti di scuola elementare e ai bidelli. Figure professionali che sono state selezionate dalla commissione lavori gravosi fra i mestieri più faticosi e usuranti. Selezione effettuata in base ai parametri Inail già esistenti che fanno riferimento alla maggior frequenza di infortuni e malattie professionali durante la carriera lavorativa.

A conti fatti, per circa mezzo milioni di insegnati e bidelli si aprirà dal 2022 la possibilità di lasciare il lavoro a 63 anni accedendo ad Ape Sociale.

Va detto, però, che il requisito anagrafico da solo non sarà sufficiente perché la normativa prevede che il lavoratore abbia alle spalle almeno 36 anni ci contributi versati. E che abbia svolto l’attività gravosa riconosciuta per almeno 6 anni negli ultimi 7 (o 7 negli ultimi 10) di carriera .