Quota 100 potrebbe avere vita breve. Prima della sua scadenza naturale nel 2022 i partiti attualmente al governo potrebbero presto mettere mani alla riforma fortemente voluta dalla Lega e che ha permesso finora a più di 95 mila lavoratori privati e 20 mila lavoratori pubblici di andare in pensione anticipata.

Secondo quanto riferisce il Corriere della Sera, subito dopo l’approvazione della legge di bilancio per il 2020, il PD avrebbe già in cantiere un progetto per trasformare quota 100 in quota 103, innalzando età pensionabile e contributiva in maniera tale da superare lo scalone che si verrebbe a creare nel 2022 quando quota 100 finirà e si dovrà tornare a considerare i requisiti previsti dalla riforma Fornero.

Da quota 100 a quota 103, cosa cambia

Una pensione anticipata con più anni di contributi e di anzianità, quindi, che potrebbe permettere allo Stato di risparmiare già nel 2020 8,3 miliardi di euro. Di Maio e M5S però, secondo quanto spiega Il Sole 24 Ore, non solo difende quota 100 pensioni, ma non è disponibile a dare l’assenso nemmeno a interventi correttivi di una misura che ha permesso a quasi 100 mila persone di andare in pensione nel settore privato quest’anno. Secondo il ministro dell’economia Roberto Gualtieri, però, quota 100 “non è stata sicuramente una misura ottimale. Andrà ad esaurimento. Questa misura ha un costo consistente e le risorse andavano spese in un modo diverso. Abbiamo deciso di lasciare così come è per non creare un clima di ansia e incertezza, e quindi l’abbiamo lasciata lì anziché eliminarla”.

Quota 100 resterà fino al 2022

Il neo Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo ha però precisato che quota 100 resterà in vigore fino a scadenza naturale, come previsto dal DL 4/2019. Anche perché il governo, rifacendosi ai risultati divulgati dall’Inps (175 mila prepensionamenti), ha ravvisato un risparmio di 1,5 miliardi di euro nel 2019 rispetto alle previsioni di spesa per via delle minori richieste di prepensionamento.

In buona sostanza, quota 100 al momento non sembra destare preoccupazione dal punto di vista della sostenibilità dei conti pubblici e – come ha dichiarato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte – qualche risultato è stato prodotto in termini di uscite anticipate e creazione di nuovi posti di lavoro. Dati confermati anche dal calo della disoccupazione in Italia da parte dell’Istat.

Salvini: giù le mani da quota 100

Più dura la posizione del ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini, fautore di quota 100, che avverte l’esecutivo a non modificare il DL 4/2019 contestando aspramente l’operato del governo Monti nel 2011 quando introdusse appunto il taglio delle pensioni (la cosi detta Legge Fornero). “I poteri economici forti e la grande finanza a Bruxelles chiedono l’abolizione di quota 100 in Italia perché sono preoccupati per i loro interessi finanziari nel bel Paese” – ha commentato Salvini in un’intervista televisiva – pertanto è evidente che il dibattito si sia riacceso proprio con il ritorno in scena della Fornero a difesa della sua riforma di 8 anni fa.