È passato quasi in secondo piano rispetto alle nuove misure pensionistiche che il governo ha deciso di varare nella legge di Bilancio. Parliamo del nuovo meccanismo di perequazione che è molto importante per molti pensionati. In pratica sono due i capitoli di intervento che il governo ha deciso di prendere in considerazione per un pacchetto pensione che ormai è definito. E sono entrambi parte integrante della manovra finanziaria che è stata già mandata a Bruxelles in attesa del via libera definitivo. Con quota 103, proroga opzione donna e proroga Ape sociale, si è deciso di intervenire su chi la pensione deve ancora percepirla, offrendo alcuni canali di uscita anticipata.
Sulla rivalutazione delle pensioni invece si è fatto un intervento destinato evidentemente, a chi la pensione già la percepisce. La perequazione non è altro che l’adeguamento delle pensioni al tasso di inflazione ed è una prassi che si ripete annualmente. Il governo avrebbe deciso di intervenire sul meccanismo della perequazione, rispetto a quanto accaduto nel 2022. Un meccanismo che viene modificato a tal punto che ci saranno pensionati che ne gioveranno rispetto allo scorso anno e pensionati che invece verranno penalizzati.
“Buonasera, mi chiamo Giovanni e sono un pensionato ormai da cinque anni. Sono uscito dal lavoro con una pensione che oggi è arrivata a 1.050 euro al mese. Ho ricevuto un piccolo incremento a ottobre e dicembre. Adesso attendo la tredicesima. Ma attendo con ansia il mese di gennaio, perché sento dire che ci potrebbero essere aumenti record di assegno. Non capito bene cosa prenderò di più di pensione a partire dal mese di gennaio, perché sembra che ci sono dei pensionati che riusciranno a prendere addirittura il 12% in più di aumento. Una cosa straordinaria perché significherebbe prendere per me oltre 100 euro in più al mese. Ma davvero è così?”

I chiarimenti necessari sulla perequazione delle pensioni

Effettivamente la confusione quando si parla di pensioni non fa sconti a nessuno e riguarda tanto le regole per uscire dal mondo del lavoro che le regole di calcolo dell’assegno pensionistico.
E confusione non poteva mancare anche per le regole di indicizzazione delle pensioni al tasso di inflazione. L’aumento del costo della vita è stato enorme quest’anno, a tal punto che si dovrebbe assestare, come tasso provvisorio, al 12%. Ed è una stima al ribasso. Ciò significa che potrebbe essere addirittura più alto questo tasso. Ci saranno pensionati che recupereranno tutta l’inflazione, o meglio, si vedranno aumentare la pensione al 100% rispetto al tasso di inflazione previsionale. Un aumento che scatta a gennaio ma che è provvisorio, perché occorrerà aspettare i dati definitivi dell’inflazione per capire davvero cosa effettivamente sia successo. Infatti comunemente dopo gli aumenti di gennaio ogni anno arrivano i conguagli, a credito o a debito in base all’andamento degli indici. Resta il fatto che il governo ha cambiato meccanismo, passando da 3 fasce a 6 e riducendo la perequazione per le pensioni più alte.

Un provvedimento che socialmente non fa una piega

Concedere a chi ha una pensione bassa di prendere una perequazione piena e tagliarla a chi invece ha una pensione più elevata, dal punto di vista sociale non può che essere considerata una cosa giusta ed equa. Il taglio deciso dal governo inciderà in negativo soprattutto sulle pensioni oltre una certa soglia. Sono le pensioni minime che godranno della piena indicizzazione, e fino ad una determinata soglia. Fino allo scorso anno l’indicizzazione delle pensioni era basata su tre fasce e consentiva un adeguamento al 100% del tasso di inflazione, solo alle pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo. La rivalutazione si assestava al 90%, sempre del tasso di inflazione per le pensioni sopra 4 e fino a 5 volte il trattamento minimo). Per quelle ancora più alte perequazione del 75% rispetto al tasso di inflazione.
Va ricordato che per il 2022 il trattamento minimo è pari a 525 euro al mese. Ed è una precisazione necessaria per comprendere davvero come le pensioni più alte a gennaio, saranno calcolate dall’INPS.

La nuova indicizzazione delle pensioni

Come dicevamo, si passa da 3 a 6 fasce. Fino a 4 volte il trattamento mimino rivalutazione del 12% e quindi piena al 100%. La seconda fascia è per le pensioni fino a 5 volte il minimo e la perequazione scende dal 90% dello scorso meccanismo, all’80% dell’attuale. Ma mano che sale di importo una pensione, scende la perequazione. Per gli assegni fino a 3.150 euro (tra 5 e 6 volte il trattamento minimo), la perequazione è del 55%. E scende al 50% per le pensioni fino a 4.200 euro al mese (tra 6 e 7 volte il minimo), al 40% per quelle fino a 5.250 euro e al 35% per quelle più alte. Il nostro lettore dovrebbe avere diritto quindi alla piena indicizzazione della propria pensione quindi. Pensioni più alte a gennaio e questo già si sapeva. Ma sono le regole imposte dal Governo a determinare sostanziali differenze rispetto al passato.