Per le pensioni nel 2023 è noto ormai da qualche mese a questa parte che c’è in ballo un progetto di riforma strutturale. Da parte del Governo italiano che è guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Una riforma con tre pilastri che riparte, o che si spera possa davvero ripartire presto.

Per le pensioni nel 2023, infatti, attualmente il dialogo Governo-Sindacati di Cgil, Cisl e Uil è interrotto. A causa della guerra in Ucraina. Ed anche in scia ai rischi che il Governo di Mosca possa sospendere le forniture di gas.

Pensioni nel 2023: anticipata a 64 anni con il taglio. La Quota 41 e gli sconti per le donne e per i giovani. Ecco i tre pilastri della riforma che riparte

Detto questo, le pensioni anticipate nel 2023 con la riforma strutturale saranno caratterizzate dalla flessibilità in uscita a 64 anni con il taglio. Ovverosia, con una penalizzazione dell’assegno INPS che, stando alle intenzioni del Governo italiano, dovrebbe prevedere il ricalcolo della prestazione con il sistema contributivo.

Ma per le pensioni nel 2023 non finisce qui. Dato che la riforma strutturale della previdenza pubblica prevede, sempre al tavolo di confronto, gli sconti contributivi per le donne con figli. Ma anche maggiori tutele per i giovani lavoratori. Attraverso l’introduzione della cosiddetta pensione di garanzia.

In ballo per la revisione della previdenza pubblica c’è pure il rilancio della previdenza complementare, ecco come

Per le pensioni nel 2023, oltre ai tre pilastri 64 anni con taglio, possibile Quota 41 e sconti per donne e giovani, c’è in ballo pure il rilancio della previdenza complementare. Con la possibilità di rafforzare gli sconti ed i benefici fiscali. E questo anche al fine di incentivare la destinazione del TFR verso i fondi pensione. Magari pure con la possibile riapertura di una nuova finestra di silenzio-assenso.