Nel mese dell’educazione finanziaria, Moneyfarm, società di gestione del risparmio con approccio digitale, lancia l’allarme pensioni.

Nel 2020 in Italia il rapporto spesa pensionistica/Pil, uno degli indici con cui si misura la sostenibilità del welfare pubblico, è schizzato al 17%. Una punta vertiginosa e inattesa che inciderà in modo rilevante sul futuro del sistema e dei cittadini. Nel 2010 si prevedeva un rapporto spesa/Pil del 15% per il 2020 e attorno al 16% per il 2045. Un solo punto percentuale equivale a 17 miliardi all’anno di spesa pensionistica.

Questa preoccupante rilevazione impone un’attenta valutazione della situazione e rende improcrastinabile e necessario che ogni cittadino si occupi da subito del proprio futuro integrando la pensione pubblica con una qualche forma di previdenza complementare.

Solo 1 italiano su 4 pensa alla pensione integrativa

Qualche altro numero: i dati Ocse confermano che chi entra oggi nel mondo del lavoro passerà il 33,6% della propria vita in pensione. Ad oggi solo il 35% dei lavoratori dipendenti ha deciso di destinare il proprio Tfr a una forma di previdenza integrativa.

Complessivamente, solo 23 italiani su 100 stanno versando in previdenza integrativa, ossia solo 1 italiano su 4 sta pensando al proprio futuro pensionistico. Tra l’altro, a fine 2019, si registrano oltre 2 milioni (2.179.285) di silenti, ossia persone che hanno un fondo pensione ma che hanno smesso di versare.

La consulenza previdenziale

Partendo da questi ragionamenti e per mettere in evidenza l’urgenza del tema, Moneyfarm annuncia un’iniziativa che si protrarrà fino ai primi mesi del 2021, interamente dedicata al tema della previdenza e articolata su più pilastri.

Un progetto di ricerca suddiviso in tre fasi e svolto in collaborazione con Progetica, società indipendente specializzata in educazione e pianificazione finanziaria, assicurativa e previdenziale. Il lancio del portale www.missionepensione.com dedicato all’educazione finanziaria e alla consulenza previdenziale che sarà offerta gratuitamente dagli esperti di Moneyfarm a tutti gli interessati.

Pensioni future sempre più basse

Come noto, le riforme del sistema pensionistico degli ultimi 25 anni non hanno fatto altro che peggiorare la situazione. Meglio dire che hanno corretto distorsioni che presto avrebbero mandato in bancarotta il Paese.

Scellerate politiche previdenziali degli anni sessanta e settanta hanno reso insostenibile il sistema pensionistico nel nuovo secolo. Così chi andrà in pensione nei prossimi anni pagherà il conto di chi la pensione pubblica non se l’è meritata del tutto o ha avuto molti vantaggi da parte dello Stato.

I lavoratori dipendenti che vanno in pensione oggi, grazie al sistema di calcolo misto, percepiranno una pensione pari circa il 70% dell’ultima busta paga. Un privilegio che sparirà col tempo. Nel 2035, quando entrerà a pieno regime il sistema di calcolo contributivo con tutti gli accorgimenti negativi conseguenti all’andamento negativo del Pil, la pensione sarà pari al 50% dello stipendio. Assegno che rischia di scendere anche di più se la carriera lavorativa sarà discontinua o caratterizzata da part time, buchi contributivi, disoccupazione, ecc. Peggior sorte per gli autonomi, che si stima passeranno dal 55,5% di quest’anno al 46% nel 2035.

Sono balzi indietro significativi che richiedono una riflessione urgente su più livelli, in primis quello della consapevolezza della situazione corrente e della propria posizione previdenziale. Indispensabile per compiere decisioni informate e prendere il controllo del proprio futuro. Si pensi che purtroppo oggi meno di un italiano su quattro sta pensando concretamente al proprio futuro pensionistico.