Angela Schirò, deputata Pd in Europa, è intervenuta per spiegare gli effetti della proroga Opzione Donna contenuta nel DDL Bilancio 2020 attualmente in discussione al Senato, per le italiane all’estero. “La disposizione è diretta a estendere anche alle lavoratrici che maturano nel 2019 i requisiti di 58 anni di età e di 35 anni di contributi (59 anni se lavoratrici autonome) l’accesso al pensionamento anticipato inizialmente previsto dalla legge n. 243/2004 (articolo 1, comma 9) solo in via sperimentale fino al 2015”.

Per quanto riguarda le italiane residenti all’estero la deputata ha ribadito che: “si tratta di un diritto che interessa anche le donne italiane residenti all’estero e che può essere acquisito tramite il meccanismo della totalizzazione dei contributi versati in Italia e all’estero”.

Opzione Donna 2020: requisiti e calcolo contributivo

Possono accedere all’Opzione Donna “tutte le lavoratrici che entro il 31 dicembre 2019 hanno raggiunto un’anzianità contributiva minima di 35 anni (anche con la totalizzazione dei contributi esteri) e un’età anagrafica minima di 58 anni se lavoratrici dipendenti e di 59 anni se lavoratrici autonome”, ha ricordato la Schirò.

Chi accede all’Opzione Donna accetta il calcolo tramite sistema contributivo. Ciò probabilmente comporta una riduzione dell’assegno pensione: “le nostre connazionali residenti all’estero possono quindi maturare il diritto ad un pro-rata di pensione anticipato sia che siano già titolari di pensione estera sia che ancora lo siano. L’Inps nelle sue circolari ha chiarito che le lavoratrici dipendenti ed autonome conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico con il sistema delle “finestre” e cioè trascorsi: dodici mesi dalla data di maturazione dei previsti requisiti, nel caso in cui il trattamento pensionistico sia liquidato a carico delle forme di previdenza dei lavoratori dipendenti; diciotto mesi dalla data di maturazione dei previsti requisiti, nel caso in cui il trattamento sia liquidato a carico delle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi”.
Per chi ha dubbi circa l’applicabilità dell’Opzione Donna alle residenti all’estero, la Schirò quindi ha concluso: “anche le nostre emigrate quindi potranno beneficiare della pensione anticipata “Opzione donna” se perfezionano i requisiti anagrafici richiesti e e hanno versato dei contributi in Italia che sommati a quelli versati all’estero soddisfino il requisito di almeno 35 anni di contribuzione”.