Pensioni di invalidità in aumento. Il parlamento, come annunciato, ha predisposto l’incremento degli assegni per gli invalidi civili modificando una norma al decreto Rilancio varato dal governo.

La buona notizia riguarda però solo gli invalidi civili al 100%, quelli per i quali la Corte Costituzionale aveva sentenziato l’illegittimità dell’importo della pensione ritenendola inadeguata alle elementari esigenze di vita quotidiana.

Pensioni di invalidità, a chi spetta l’aumento

Come sancito dalla Corte Costituzionale in una recente sentenza, gli attuali assegni di assistenza erogati dall’Inps e spettanti agli invalidi civili totali sono troppo bassi perché “insufficienti a garantire il soddisfacimento delle elementari esigenze di vita”.

Una questione che per anni ha violato l’articolo 38 della Costituzione e che solo ora la Corte ha chiarito su ricorso da parte della Corte d’Appello di Torino che riteneva che – in base alla Carta – “ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale“. Ma a chi spetta l’aumento? Secondo la nuova legge, spetterà solo ed esclusivamente agli invalidi civili totali, cioè quelli che non sono in grado di lavorare e quindi di procurarsi i mezzi economici per vivere.

L’importo aggiornato a 516 euro

Non è ancora chiaro quando entrerà in vigore l’adeguamento dell’assegno, ma è presumibile che sarà a partire già da quest’anno (si attendono i dettagli della conversione in legge del decreto Rilancio). Non è previsto il pagamento di arretrati poiché la decisione della Corte Costituzionale non ha effetto retroattivo. A oggi l’assegno per gli invalidi civili totali è di 285,66 euro a condizione di possedere un reddito personale non superiore a 16.814,34 euro annui. Questo sarà quasi raddoppiato, a 516,46 euro, in base alle nuove disposizioni del legislatore per tutti coloro che hanno un’invalidità civile totale, sempre nei limiti di reddito di cui sopra.

Finora l’incremento è stato riconosciuto solo al compimento dei 60 anni di età, in base alla legge numero 448 del 2011 (“incremento al milione”, riferito alle vecchie lire) nei limiti di reddito personale stabiliti in euro 8.422,85 euro all’anno (14.396,72 euro se c’è anche il coniuge).

Per gli invalidi civili parziali non cambia nulla

Per gli invalidi civili con grado di invalidità inferiore al 100%, cioè con percentuale ricompresa fra 74% e 99% l’importo dell’assegno non subirà alcun incremento. Costoro continueranno a percepire l’assegno Inps pari a 285,66 euro. La Corte Costituzionale è infatti intervenuta solo a favore di coloro che risultano invalidi totali e cioè che non sono in grado di procurarsi mezzi economici per vivere e ai quali lo Stato deve assicurare una vita dignitosa. In particolare i supremi giudici costituzionali hanno affermato che il cosiddetto “incremento al milione”, in base all’art. 12 della vecchia legge numero 118 del 1971, debba essere assicurato agli invalidi civili totali senza attendere il raggiungimento del sessantesimo anno di età. Quindi il legislatore è intervenuto, non tanto sull’importo dell’assegno spettante agli invalidi civili totali, quando sull’età anagrafica degli stessi. Perché se una persona è invalida civile (con accertamento definitivo da parte dell’inps) al 100% a 40 anni, lo sarà anche dopo i 60.