Con la crisi di governo innescata dal Movimento Cinque Stelle la riforma pensioni è sempre più in bilico. E il ritorno alla Fornero per tutti sempre più probabile e per qualcuno anche auspicabile.

Lo sgambetto tirato dal M5s al governo Draghi non è certo di quelli che non fa rumore. In ballo non c’è solo la questione politica, ma anche un importante programma di riforme da completare. Come quella sulle pensioni.

Riforma pensioni e ritorno alla Fornero

La caduta del governo e l’eventuale ricorso ad elezioni anticipate congelerebbe infatti la riforma pensioni 2023 lasciando inesorabilmente rientrare a pieno titolo per tutti le regole Fornero.

Finora frenate dalle varie deroghe (Quota 100 e Quota 102), tornerebbero a pieno titolo i requisiti ordinari di pensione per chi lavora, cioè 67 anni di età o 41-42 anni e 10 mesi di contributi. Senza eccezioni.

Si salverebbe con ogni probabilità Ape Sociale che verrebbe prorogata, ma non Opzione Donna che, viceversa, terminerebbe la sua corsa a fine dicembre. Già lo scorso anno da Bruxelles avevano suggerito di metterci un freno, ma poi con il placet di Draghi fu prorogata di un altro anno nella legge di bilancio.

Difficile immaginare che in assenza di un governo diverso da quello attuale, ben visto da Bruxelles, si possa fare altrettanto. Quindi per le lavoratrici il sogno di andare in pensione con Opzione Donna potrebbe infrangersi nella crisi di governo appena innescata dal M5s e terminare il 31 dicembre.

Opzione Donna, addio a fine anno

Le lavoratrici devono quindi essere consapevoli che andare in pensione a 58-59 anni di età, benché con penalizzazione dell’assegno, potrebbe diventare solo un ben ricordo. O una speranza mal riposta. E tutto per colpa del dilettantismo politico di una parte del Parlamento e di sfrontato menefreghismo nei confronti di chi lavora.

Del resto, la misura di pensionamento anticipata non è mai stata pienamente gradita da Bruxelles e dall’Ocse, ma costando relativamente poco è stata sempre prorogata di anno in anno.

Anche Alberto Brambilla, presidente di Itinerari Previdenziali, aveva previsto un innalzamento dell’età col passare degli anni, non certo la fine.

Ma con la crisi di governo innescata e la possibile caduta di Draghi da Palazzo Chigi, i buoni propositi per a difesa dei diritti delle donne che lavorano, sempre difesi dal premier, rischiano di fare una brutta fine. Poi sarà difficile tornare indietro.