La pensione con il part time agevolato non sarà fruibile per i lavoratori precoci che, entro il 2018, non raggiungeranno il requisito d’accesso alla pensione di vecchiaia.   Sembra un pò un controsenso ma per accedere al beneficio è necessario che il lavoratore maturi entro il 2018 i 66 anni e 7 mesi (65 anni e 7 mesi per le donne) e i lavoratori precoci che entro la fine del 2018 raggiungeranno, invece, i requisiti richiesti per la pensione anticipata non potranno fruirne.   Per chi entro il 2018 raggiungerà i requisiti contributivi per accedere alla pensione anticipata, quindi, e cioò 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, non sarà possibile la trasformazione del proprio contratto di lavoro in part time agevolato.

  Questa è una delle principali limitazioni del decreto pubblicato la scorsa settimana in GU, limitazione che pone l’accento su una lacuna piuttosto grave.   I lavoratori precoci, coloro che vantano requisiti contributivi molto altri ma anzianità anagrafiche basse perchè hanno iniziato a lavorare in giovane età, non potranno accedere al beneficio chiedendo la trasformazione del proprio contratto di lavoro in part time agevolato.   La misura è preclusa anche ai lavoratori del pubblico impiego e ai lavoratori a tempo determinato. Le restrizioni sono volte a mantenere la platea dei possibili beneficiari ristretta. Secondo il ministero dell’Economia e delle Finanze ad accedere al part time agevolata, entro i prossimi 2 anni e mezzo, saranno circa 30mila lavoratori per i quali lo Stato verserà la copertura pensionistica figurative per la quota di retribuzione perduta con la riduzione dell’orario di lavoro per permettere al dipendente di ottenere, al raggiungimento del requisito anagrafico, una pensione come se avesse continuato a lavorare full time.