Prosegue il dibattito in Parlamento sulla possibile riforma delle pensioni. Posto che quota 100 non sarà minimamente toccata, resta da superare lo scalone a partire da gennaio 2022 quando la riforma bandiera della Lega sulle pensioni anticipate si esaurirà. Allo scopo sono sul tavolo diverse opzioni per risolvere il problema, come quella proposta dal senatore Tommaso Nannicini di introdurre quota 92.

La proposta di riforma previdenziale contenuta nel disegno di legge “misure urgenti per la flessibilità e l’equità intergenerazionale del sistema previdenziale” prevede in sostanza la possibilità di andare in pensione anticipata con 62 anni di età e 30 anni di contributi.

L’ipotesi prende in esame, non solo i possibili aventi diritto per a partire dal 2022 quando scade quota 100, ma anche le generazioni dei giovani d’oggi che faticano ad avere un curriculum previdenziale tale da potersi garantire un’uscita dignitosa dal mondo del lavoro. Resterebbe fermo l’obbligo di accedere alla pensione secondo il sistema di calcolo contributivo.

Una pensione di cura per le donne

Per le donne, Nannicini propone una ‘pensione di cura’ che riconosce un abbassamento dei requisiti contributivi per la pensione anticipata (41 anni e 10 mesi) per ogni figlio o per assistere familiari non autosufficienti. In questo modo – dice Nannicini – “il lavoro di cura delle donne verrebbe riconosciuto e si andrebbe addirittura sotto il requisito di 41 anni, in ogni caso molto difficili da raggiungere per le donne nel nostro mercato del lavoro”. Del resto chi vuole andare in pensione prima dei requisiti ordinari stabiliti dalla legge lo deve fare a proprie spese, subendo una penalizzazione dell’assegno. Sempre in ambito di assistenza familiare, il governo ha confermato il sussidio economico che accompagna alla pensione categorie di lavoratori da tutelare (cosiddetta APE Social) e la possibilità per le lavoratrici pubbliche e private di andare in pensione anticipata anche per il 2020.

Confermata quota 100

Gestire il dopo quota 100 – ha detto il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri – significa che “bisogna costruire un assetto più equo, flessibile ed equilibrato del sistema previdenziale, e anche in questo caso abbiamo valutato che prendersi il tempo per una riforma complessiva fosse più efficace rispetto a un intervento estemporaneo sulle finestre. Anche perché la scarsa adesione dei potenziali interessati al pensionamento anticipato continua a proiettare una spesa molto minore rispetto al previsto, e quindi ci è sembrato più opportuno seguire questo andamento, utilizzarlo per la definizione dei saldi e avviare nel frattempo un dialogo con le parti sociali. Perché con loro condividiamo il fatto che ci sia necessità e urgenza di affrontare i nodi strutturali“.

Confermata opzione donna

Il governo ha confermato anche il regime sperimentale di “opzione donna” che prevede la possibilità di accedere alla pensione con sistema di calcolo contributivo nel rispetto di determinati requisiti. Nannicini propone per il futuro di continuare con la sperimentazione fino al 31 dicembre 2021, quando scade anche “quota 100”, per poi procedere dal 2022 a un graduale allineamento con la riforma che prevede per le lavoratrici l’accesso alla pensione anticipata al raggiungimento dei 62 anni di età. Più nel dettaglio, fino al 31 dicembre 2021 si lascerebbe la facoltà di uscita a 57 anni di età (58 per le lavoratrici autonome) per le donne che contestualmente hanno completato 35 anni di contributi. A cominciare dal 2022, però, il requisito anagrafico dovrebbe salire di 12 mesi all’anno fino al raggiungimento di 62 anni nel 2026.