Contributi più cari per i commercianti dal 1 gennaio 2022. Lo prevede la legge di bilancio in discussione in Parlamento che ridetermina, in senso più oneroso, la pressione contributiva Inps della categoria degli autonomi iscritti alla gestione separata.

L’incremento si rende necessario – spiegano fonti parlamentari – per far fronte al bonus da 515,18 euro al mese quale indennizzo per chiusura attività che era stato sospeso a giugno. La sospensione era stata determinata dall’esaurimento fondi Inps, ma con l’aggravarsi della situazione causa Covid, dal 1 gennaio si riprenderà ad erogare i bonus.

Per far ciò sarà, però, necessario ricostituire il fondo dedicato ai commercianti prossimi alla pensione che decidono di rottamare la licenza. Le prime liquidazioni del fondo nel 2021 saranno erogate a favore di chi aveva chiuso l’attività nel corso del 2020 ed è ancora in attesa di ricevere i soldi. Un grosso problema che è ricaduto più che altro nel periodo della pandemia mettendo a forte disagio il settore.

Bonus commercianti sospeso per mancanza di fondi

In una nota l’Inps aveva fatto notare che, in occasione dell’ultimo monitoraggio degli oneri, era emerso che il completo accoglimento delle domande giacenti non avrebbe trovato copertura nel fondo. In altre parole le domande presentate dopo il 30 novembre 2019 hanno trovato accoglimento.

A tal fine si attende apposita disposizione del legislatore che riveda al rialzo il contributo aggiuntivo dello 0,09% per la categoria dei lavoratori autonomi del commercio iscritti all’Inps. Con l’approvazione della legge di bilancio tale contributo salirà quindi allo 0,48% e, conseguentemente, l’aliquota complessivamente dovuta dagli iscritti passerà dal 24,09% al 24,48% dal 1 gennaio 2022.

Come funziona il bonus commercianti

Ma come funziona il bonus commercianti? Tecnicamente si chiama “rottamazione delle licenze commerciali” ed è una misura introdotta nel nostro ordinamento nel 2019 e che consente ai titolari di esercizi commerciali al minuto, con sede fissa (negozi, bar, ristoranti, ecc.) di ottenere dall’Inps un indennizzo di 515,58 euro al mese fino alla maturazione dei requisiti per la pensione.

Si tratta di uno scivolo vero e proprio che permette al commerciante di chiudere anzitempo un’attività magari poco redditizia e onerosa attendendo che l’Inps gli eroghi la pensione una volta raggiunti i limiti di età e i requisiti contributivi. Il bonus viene erogato per massimo 3 anni ed è condizionato alla verifica di alcuni elementi essenziali.

I requisiti necessari

Per ottenere il bonus commercianti, il titolare dell’attività deve rispettare determinate condizioni che sono:

  • La cessazione definitiva dell’attività commerciale;
  • La riconsegna della licenza;
  • La cancellazione dal registro delle imprese;
  • La cancellazione dal registro degli esercenti il commercio (il REC);
  • Età del titolare o coadiuvante di 62 anni per gli uomini e 57 per le donne.

Qualora anche solo una delle condizioni non dovesse essere soddisfatta, l’Inps non riconoscerà il bonus mensile o lo interromperà se già in pagamento.

A chi spetta il bonus da 515 euro?

L’Inps ha elencato tutte le tipologie di lavoratori a cui spetta il bonus. Si tratta nel dettaglio di coloro che esercitano:

  • attività commerciale al minuto in sede fissa, anche abbinata ad attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, in qualità di titolari o coadiutori;
  • attività commerciale su aree pubbliche, anche in forma itinerante, in qualità di titolari o coadiutori.
  •  gli esercenti attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, in qualità di titolari o coadiutori;
  • gli agenti e rappresentanti di commercio.

E’ bene ricordare che il periodo di godimento del bonus da 515 euro è utile per la gestione commercianti (iscritti nella relativa gestione speciale) solo per il raggiungimento del diritto alla pensione e quindi è valido ai soli fini del diritto e non anche della misura.