Un bonus contributivo invalidi che permetta di rendere più facile l’accesso alla quiescenza o di fare prendere una pensione più alta? Se il quesito è questo, la risposta non può che essere positiva. Infatti alcuni bonus contributivi esistono e sono anche vantaggiosi. E sono agevolazioni sui contributi che spesso gli interessati nemmeno richiedono perché non conoscono. Per esempio, lavorare nonostante una invalidità certificata a proprio carico, non può non dare vantaggi.
“Buongiorno, sono una lavoratrice invalida al 78% e da ciò che ho capito i miei 20 anni di contributi versati dovrebbero valere di più.
Essendo invalida dovrei aver diritto a una maggiorazione. Giusto? E se è davvero così mi spiegate come funziona?”

Bonus contributivo invalidi? Ecco come funziona

Si chiama bonus contributivo per invalidi ed è la soluzione che consente di recuperare fino a 5 anni di contributi. Si tratta di un autentico beneficio riconosciuto dall’INPS a determinati invalidi. Questo importante beneficio, che è utile ai fini del conseguimento della pensione, riguarda gli invalidi con almeno il 74% di disabilità accertata. La misura si rivolge però anche a sordi,  invalidi di guerra, invalidi per causa di servizio e così via. Grazie alla maggiorazione prevista, un disabile che lavora ha diritto ad un bonus.

Cosa deve fare il disabile per il bonus spettante sulle pensioni

Il bonus contributivo invalidi, chiamato anche maggiorazione invalidi non è un bonus automatico. Infatti non è riconosciuto dall’INPS a tutti gli invalidi ma solo a chi presenta domanda. E poi serve che il disabile abbia lavorato dopo la data in cui è stato riconosciuto invalido. Infatti la maggiorazione copre i periodi di lavoro con invalidità “addosso” al lavoratore. È naturale che ci vuole altro per poter rispondere alla lettrice. Perché bisogna verificare anche la data d’inizio della carriera lavorativa, e la data di riconoscimento dell’invalidità dalla commissione medica per le invalidità civili delle ASL.
Informazioni queste necessarie per capire il funzionamento di un bonus contributivo che rende 12 mesi di contribuzione versata validi come fossero 14.

Il beneficio non è automatico, ma deve essere richiesto dall’interessato.

Bisogna presentare domanda per sfruttare l’agevolazione che consente di aumentare di due mesi per anno di lavoro la propria contribuzione. La domanda non va fatta prima ma solo quando sarà il momento di andare in pensione. La contribuzione in più accreditata con questa maggiorazione è figurativa. E possono essere utili anche i periodi inferiori all’anno, e per questo che si parla a volte di maggiorazione proporzionale, cioè rapportata al periodo effettivo di lavoro svolto. Per i periodi inferiori all’anno si aumenta di un sesto il numero di settimane lavorative. Nel momento in cui il lavoratore presenta la domanda di pensione e presenta contemporaneamente la richiesta di maggiorazione, deve produrre tutta la documentazione utile a dimostrare di avere i requisiti sanitari. E soprattutto, di avere questi requisiti a partire da una determinata data. Per questo è fondamentale allegare il verbale di accertamento dell’invalidità civile rilasciato dalla commissione ASL.

Alcuni chiarimenti sul bonus contributivo invalidi per le pensioni

Gli invalidi a cui la misura è destinata sono coloro riconosciuti tali e con una percentuale superiore al 74%. La maggiorazione contributiva riconosciuta è pari a 2 mesi l’anno per ogni anno di servizio prestato, ma solo se prestato dopo che gli interessati sono stati riconosciuti disabili in misura pari al minimo prestabilito. Per esempio, un lavoratore con 20 anni di contributi, ma di cui 10 svolti prima di aver raggiunto il 74% di invalidità e 10 dopo, ha diritto a 20 mesi di maggiorazione contributiva. Colui che invece ha svolto tutta la carriera di 20 anni da invalido, ha diritto a 40 mesi di bonus. Infatti lavorare per l’intero anno produce 12 mesi di contributi effettivi più 2 mesi di contributi figurativi.