Brutte notizie per chi intende chiedere l’anticipo del TFS. Le banche sembrano poco inclini ad andare incontro ai bisogni dei pensionati statali in attesa che l’amministrazione di appartenenza paghi loro la liquidazione.

Come noto, il personale della pubblica amministrazione che va in pensione deve attendere dai 6 ai 18 mesi prima di ottenere la buonuscita. Regola introdotta dalla riforma Fornero sulle pensioni nel 2012 per contenere la spesa pubblica.

Flop anticipo del TFS

Nonostante il governo Conte sia riuscito lo scorso autunno a raggiungere un accordo quadro con l’Abi per l’anticipo del TFS, le banche sono restie a concedere prestiti.

Il motivo? Molto semplice: i tassi d’interesse.

Il prestito prevede uno spread massimo dello 0,40% sopra il rendimento dei titoli di stato per scadenza. Normalmente le banche erogano prestiti (credito al consumo) con spread decisamente superiori ed è quindi logico che tendano a non concedere finanziamenti diversi.

A oggi pochissimi istituti di credito hanno erogato finanziamenti come anticipo TFS a pensionati statali. Tutte le grandi banche, nonostante l’accordo fra Abi e governo, fanno quadrato e non aderiscono alla convenzione. Propongono, però formule di finanziamento alternative, sempre con garanzia TFS, più onerose.

I ritardi della pubblica amministrazione

Agli ostacoli delle banche si sommano anche i ritardi delle amministrazioni pubbliche. Come detto, i tempi di liquidazione del TFS per i dipendenti pubblici sono generalmente di 12 mesi (24 in caso di dimissioni). Non solo, in caso di importi TFS di importo elevato, l’erogazione avviene a rate di 50.000 euro all’anno.

Ma non è che trascorsi 12 mesi arrivano i soldi. Ci sono situazioni in cui l’amministrazione, causa carenza di fondi, tarda a pagare anche di parecchi mesi lasciando il pensionato a bocca asciutta. A nulla valgono i solleciti perché la legge riconosce al pensionato soltanto gli interessi oltre il tempo limite. E gli interessi da un paio di anni rasentano lo zero.

Ma come funziona l’anticipo del TFS per i pensionati statali? In pratica, in base al DL numero 4 del 2019, la banca convenzionata con l’Inps – stando agli accordi stipulati con l’Abi – potrà concedere fino a un massimo di 45 mila euro di anticipo sul TFS maturato spettante al lavoratore al momento del pensionamento.

Come funziona l’anticipo del TFS

Ma come funziona l’anticipo del TFS per i pensionati statali? In pratica, in base all’accordo quadro, la banca convenzionata con l’Inps potrà concedere fino a un massimo di 45 mila euro di anticipo sul TFS maturato spettante al lavoratore al momento del pensionamento.

L’anticipo del TFS potrà essere ottenuto su espressa richiesta dell’interessato alla banca dopo aver presentato domanda di autorizzazione all’Inps o all’ente previdenziale di appartenenza.

Entro 90 giorni dalla richiesta, l’ente di previdenza deve rilasciare la certificazione con l’indicazione dell’ammontare complessivo del TFS spettante. Con la certificazione così ottenuta, il pensionato potrà rivolgersi a uno degli istituti di credito aderenti all’accordo quadro per richiedere l’anticipo fino a 45 mila euro, anche se il TFS maturato è di importo superiore. La banca erogherà quindi il capitale entro 30 giorni ad esito positivo dell’istruttoria.

Casi di esclusione

Vi sono però dei casi di esclusione del finanziamento. La banca non potrà accettare le richiesta di anticipo ove:

  • l’importo chiesto sia superiore alla cifra spettante sulla base delle informazioni comunicate dall’ente previdenziale;
  • il richiedente sia registrato in relazione a debiti scaduti o sconfinanti negli archivi Crif della Banca d’Italia o in altri sistemi di informazione creditizia privati abitualmente utilizzati dalla stessa banca per analoghe tipologie di finanziamento;
  • il TFS offerto in garanzia, o parte di esso, risulti del coniuge separato o divorziato;
  • risulti l’impossibilità per la banca di perfezionare l’operazione creditizia in favore del richiedente secondo la normativa vigente.