Per le pensioni anticipate, ecco il remix 2022 del Governo Draghi. Con tutte le quote che, rigorosamente, sono sopra il valore 100. Il che significa addio, dal prossimo anno, al pensionamento anticipato con 38 anni di contributi previdenziali obbligatori versati. E con il requisito anagrafico dei 62 anni di età.

Un’età che non basterà più anche perché a regime, come uno tsunami, rischia di tornare in auge lo scalone della riforma Fornero. Così come riportato in questo articolo. Il progetto delle pensioni anticipate remix 2022 del Governo Draghi, in particolare, è basato su due quote.

La Quota 102 e la Quota 104. Con la potenziale ipotesi pure di introduzione di una quota intermedia per addolcire lo scalino. Ovverosia, la Quota 103.

Pensioni anticipate remix 2022 del Governo Draghi, tutte le quote sono sopra 100

Nel dettaglio, la riforma sulle pensioni anticipate remix 2022 del Governo Draghi non dovrebbe toccare l’anzianità contributiva. Ovverosia, dovrebbero bastare sempre 38 anni di contributi previdenziali obbligatori versati sia per la Quota 102. Sia per la Quota 104.

Ma la brutta notizia per i lavoratori, sulle pensioni anticipate remix 2022 del Governo Draghi, è rappresentata dal requisito anagrafico. Che dovrebbe salire a 64 anni di età con la Quota 102. E che balzerebbe a 66 anni con la Quota 104. Una quota che spalanca palesemente le porte, come sopra accennato, alla riforma della previdenza pubblica del Governo Monti.

La riforma Draghi porterà davvero al ritorno degli effetti della Legge Fornero?

Per quanto detto, quindi, il progetto pensioni anticipate remix 2022 del Governo Draghi avrà un chiaro sbocco. Ovverosia, quello del ritorno della Fornero a tutto discapito dei lavoratori. Che per il pensionamento anticipato dovranno maturare un requisito anagrafico sostanzialmente pari a quello per accedere attualmente alla pensione di vecchiaia.

Anche per questo al momento c’è grande bagarre all’interno della maggioranza che sostiene il Governo guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Visto che ci sono partiti come la Lega che, non da oggi, sono contrari agli effetti della legge Fornero sulle pensioni.