Poche chances per una riforma pensioni credibile e strutturale entro fine anno. Le esigenze di bilancio e l’impossibilità di fare altro debito costringono il governo ad andarci coi piedi di piombo per il 2023. Visto anche il periodo congiunturale.

Anche da Bruxelles hanno mandato più di un avvertimento all’Italia sul debito. Il messaggio, più o meno velato, è quello di non toccare il sistema pensionistico per non incorrere in procedure di infrazione e mantenere il debito sostenibile. Cosa resta da fare allora per evitare il ritorno integrale della Fornero dal 2023?

Opzione Donna e Ape Sociale

Le due opzioni che molto probabilmente saranno prorogate il prossimo anno sono Opzione Donna e Ape Sociale.

La prima potrebbe essere estesa anche agli uomini per la prima volta e, quindi, consentire di lasciare il lavoro a partire da 58 anni di età.

La seconda, invece, a partire da 63 anni, potrebbe essere allargata a nuove figure professionali da includere fra i lavori gravosi. In maniera tale da consentire a più lavoratori di andare in pensione anticipata avendo svolto lavori pesanti. Ricordiamo, a tal proposito, che esiste una lista governativa già elaborata e utilizzata solo in parte lo scorso anno. Questo elenco potrebbe essere ripreso in mano dal governo Meloni.

Per quanto riguarda Opzione Donna, si tratta di una forma di pensione anticipata che prevede il ricalcolo interamente contributivo della pensione a partire da 58 anni di età (59 per le autonome) con almeno 35 anni di contributi versati. La pensione anticipata per le lavoratrici potrebbe essere estesa dal 2023 anche agli uomini, pur se i sindacati si sono per ora mostrati contrari.

Quota 102 punto di arrivo e ripartenza

Anche Quota 102, introdotta nel 2022 dal governo Draghi per evitare lo scalone fra la fine di Quota 100 e le regole Fornero, potrebbe trovare spazio per una proroga. Ma non in maniera rigida così come la conosciamo (in pensione a 64 anni con 38 di contributi), bensì flessibile.

Nonostante finora non abbia dato molte soddisfazioni, essendo stata sfruttata da poche migliaia di lavoratori, rappresenta oggi un punto di fine e ripartenza. La ministra al Lavoro Marina Calderone ha già in testa qualcosa, anche se ancora non lo ha detto apertamente.

L’idea potrebbe essere quella di prorogare al 2023 Quota 102 per evitare lo scalone con le regole Fornero. Ma in maniera flessibile e non rigida come finora avvenuto per tutto il 2022. Cioè pensione anticipata a 64 anni con 38 di contributi.

Quindi si potrebbe studiare una formula tale da concedere la pensione anticipata a partire da 61-62 anni con un numero di contributi tale la cui somma faccia sempre 102. Così chi ha meno anni di età potrà andare in pensione solo se avrà lavorato di più e viceversa.

A 61 anni di età, ad esempio, servirebbero almeno 41 anni di contributi. Mentre a 66 ne basterebbero 36 per arrivare a Quota 102. Ovviamente la combinazione di questi due requisiti determinerà anche l’importo della pensione che sarà più bassa per chi accetta di andarsene prima dal lavoro.

Quota 41 secondo la Lega

Resta però il fatto che una riforma del genere, costa. Per la Lega, che insiste su Quota 41, sarebbe possibile attuare la modifica di Quota 102 partendo appunto da 41 anni di contributi e 61 di età. Andando a prendere i soldi dal reddito di cittadinanza. La proposta del leader Matteo Salvini prevede testualmente

un miliardo preso dal reddito di cittadinanza di chi potrebbe lavorare servirà a finanziare nel 2023 quota 102 per le pensioni“.

Per realizzare Quota 41, Salvini sarebbe pronto a sospendere per 6 mesi il reddito di cittadinanza a 900 mila percettori che sono in condizioni di lavorare e che già lo percepiscono da diciotto mesi. In questo modo salterebbero fuori i soldi necessari per finanziare la riforma pensioni senza obbligare lo Stato a fare altro deficit.

Il reddito di cittadinanza, del resto, è stato più un fallimento che un successo. Lo dicono i fatti. Non ha avuto il merito di risolvere il problema dell’occupazione perché solo una ristretta percentuale dei beneficiari ha trovato lavoro. Senza dimenticare che allo scopo sono stati assunti anche i navigator che naturalmente rappresentano un costo aggiuntivo. Tanto vale utilizzare adesso i soldi per Quota 41.