La legge di bilancio 2022 trova rimedio temporaneo al ritorno della legge Fornero per il pensionamento, introducendo Quota 102 per il solo anno 2022.

Lascia inoltre la possibilità di Quota 100 per alcune categorie di lavoratori. Le novità sono contenute nel testo della manovra licenziata dal Governo il 28 ottobre 2021 ed approdata in parlamento per la discussione ed approvazione definitiva da qui a fine anno.

La nuova Quota 102: i requisito anagrafico e contributivo

Il 31 dicembre 2021 gli italiani dicono addio a Quota 100 per il pensionamento, ossia il sistema che permette di andare in pensione con 38 anni di contributi e 62 anni di età.

Da gennaio 2022 c’era rischio di un ritorno alla Fornero, con un innalzamento di 5 anni per l’età pensionabile (quindi a 67 anni). Nella legge di bilancio 2022, tuttavia, c’è una soluzione provvisoria al problema prevedendo la nuova Quota 102 per il 2022, ossia il pensionamento per chi matura, il prossimo anno, i seguenti requisiti:

  • 38 anni di contributi (requisito contributivo)
  • 64 anni di età (requisito anagrafico).

La stessa manovra del 2022, tuttavia, conserva quota 100 fino all’anno 2024 per favorire l’uscita anticipata dal mondo del lavoro (quindi, il pensionamento) dei lavoratori dipendenti di piccole e medie imprese in crisi, che abbiano raggiunto un’età anagrafica di almeno 62 anni, nei citati anni

I lavoratori danneggiati

La nuova Quota 102 (se confermata nel testo definitivo della legge di bilancio 2022) permetterà il pensionamento nel prossimo anno per circa 10 mila – 15 mila persone. Un numero molto più basso rispetto all’ipotesi di prorogare l’attuale Quota 100.

Un lavoratore che ad oggi ha 61 anni e 37 anni di contributi, il prossimo anno, se fosse prorogata quota 100, uscirebbe nel mondo del lavoro.

Con quota 102, invece dovrà ancora aspettare, perché se è vero che nel 2022 raggiungerà il requisito contributivo (38 anni) non avrà, invece, il requisito anagrafico (64 anni).

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