Che cosa farà il governo Gentiloni sul fronte pensioni? Occhi puntati sulle misure previdenziali che l’ex ministro degli Esteri, successore di Renzi, ha individuato come priorità. L’eredità è senza dubbio onerosa: c’è in primis l’attuazione delle misure contenute nella legge di Bilancio 2017 e poi l’apertura del dialogo con i sindacati in merito alle modifiche da apportare alla Legge Fornero.

Riforma pensioni, cosa cambia con le dimissioni di Renzi?

Entro il primo marzo 2017 è in calendario l’attuazione dell’Ape volontario: occorrerà specificare quale percentuale dell’assegno potrà essere riscossa in anticipo e quali sono le modalità di finanziamento e restituzione del prestito pensionistico, il ruolo delle banche etc.

Entro la stessa data vanno adottati i due Dpcm su Ape Social e quota 41 per i lavoratori precoci. Un decreto ministeriale ad hoc è atteso sui lavori usuranti. Infine il governo Gentiloni dovrà stabilire i criteri di accesso al sostegno per inclusione attiva (SIA) e le modalità di prosecuzione della sperimentazione ASDI, in scadenza a fine anno.

Queste le priorità più impellenti, poi si passa alla fase 2, entrando nel vivo del confronto sulle pensioni. Sul tavolo la possibilità di valutare l’introduzione di una pensione contributiva di garanzia, legata agli anni di contributi e all’età di uscita. Tra i capitoli spunta anche la revisione delle forme di adeguamento di alcune categorie professionali per tenere conto delle aspettative di vita e la revisione della perequazione dei trattamenti pensionistici.