Il report Inps sulle pensioni liquidate ai lavoratori dipendenti nel 2019 ha messo in evidenza che solo il 20,8% ha riguardato pensioni di vecchiaia mentre il restante 79,2% delle uscite è legato all’anzianità contributiva. Più nello specifico 33.123 dipendenti nel 2019 hanno smesso di lavorare a 67 anni dopo aver perfezionato il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia mentre 126.107 sono andati in pensione anticipata (quindi prima di compiere 67 anni).

Rispetto all’anno precedente le adesioni alla pensione di vecchiaia hanno fatto registrare un calo del 29,81% mentre le domande per la pensione di anzianità sono aumentate del 32,81%.

Ha senza dubbio contribuito a questa tendenza anche l’introduzione della Quota 100 da un lato mentre dall’altro ha pesato probabilmente l’innalzamento di cinque mesi per l’età di vecchiaia a cui dall’inizio dell’anno scorso, per via dell’adeguamento alle aspettative di vita, si può accedere solo a 67 anni. In altre parole sono state introdotte nuove formule di pensionamento anticipato mentre la pensione di vecchiaia è stata resa più difficile. Ecco perché a conti fatti, stando ai dati statistici, è più facile ottenere i contributi che servono per la pensione anticipata piuttosto che aspettare di perfezionare l’età anagrafica richiesta per la pensione di vecchiaia.