Aumentano le richieste di pensionamento nella scuola nel 2023. Secondo i dati preliminari Inps, sarebbero più di 30.000 le domande di prepensionamento presentate quest’anno dagli insegnanti. In aumento del 24% rispetto al 2022. A queste si aggiungeranno altre richieste di collocamento a riposo d’ufficio entro agosto.

Il fenomeno era già all’attenzione del Miur a inizio anno, ma l’evidenza dei numeri già mette in preallarme il mondo della scuola per il rischio cattedre vuole a settembre. Alla ripresa delle attività scolastiche, infatti, molti professori non torneranno in aula perché in pensione.

Ma cosa spinge il corpo docente a lasciare il servizio anzi tempo?

In pensione 30.000 docenti

Secondo i sindacati, l’insegnamento sta diventando sempre più stressante. La causa principale è dovuta all’eccesiva burocrazia che ormai ha invaso ogni meandro ministeriale rendendo più difficoltosa la professione. Poi ci sono le condizioni di lavoro, sempre più pesanti e l’insofferenza per gli adempimenti ministeriali in aumento. A ciò si somma lo scarso riconoscimento economico, non adeguato ai maggiori impegni e responsabilità rispetto a quanto accade nel resto d’Europa. Insomma, non si guadagna abbastanza.

Ma veniamo ai numeri. L’Inps fa sapere di aver completato per il 95% delle domande l’iter di verifica che concede la certificazione al diritto alla pensione. Circa un terzo delle richieste (9.000 domande di pensione) sono legate a Quota 103 che prevede l’uscita dal servizio a 62 anni di età con 41 di contributi. Il resto arriva dalle altre forme di pensionamento anticipato, comprese Quota 100 e Quota 102 per chi ha cristallizzato il diritto in passato.

E’ evidente – dicono gli esperti – che da queste prime risultanze si capisce che l’età media dei professori è molto alta, superiore a quella degli altri Paesi Ue. Altrimenti non si spiega come così tanti docenti abbiano la possibilità di lasciare il servizio quest’anno.

Rischio cattedre vuote a settembre

L’uscita di 30.000 insegnanti rischia, però, di riproporre l’annoso problema delle cattedre vuote a inizio anno scolastico.

A livello geografico, tra le regioni con il maggior numero di pensionamenti in arrivo – secondo i dati Miur – ci sono la Lombardia con 3.002 domande, la Campania con 2.860, la Sicilia con 2.218 e il Lazio a quota 2.195 domande.

L’ondata di fuoriuscite mette quindi sotto pressione il servizio scolastico che a settembre rischia di trovarsi (ancora una volta) con molte cattedre vuole in giro per l’Italia. Sarà ancora una volta indispensabile ricorrere al precariato, visto che le nuove forme di reclutamento del personale scolastico – osserva l’Anief – sono ancora lente e farraginose. Ma questo non risolverà il problema e ne andrà della qualità del servizio e dell’insegnamento.