Buongiorno, Le scrivo per mio marito che avrà 40 anni di contributi al 30/11/2018 e 57 anni e 1 mese alla stessa data.
È un lavoratore precoce (2 anni prima dei 19) e assiste nostra figlia (L. 104 art. 3 comma 3), non ha mai usufruito del congedo straordinario (2 anni L. 151) e quindi, secondo la quota 41 che rivede strutturalmente l’impianto della legge fornero, vorrebbe stare a casa dal 1° settembre in congedo per poi passare direttamente in pensione.
Ci siamo recati all’ INPS e ci hanno comunicato che la quota 41 è in realtà l’ APE SOCIALE ed essendo misura sperimentale scadrà il 31/12/2019.
Considerato che mio marito, stante lo scatto per l’ aspettativa di vita che aggiungerà 5 mesi, potrà pensionarsi il 30/04/2020, l’ INPS ci ha risposto che non rientra nell’ ape sociale.
Io sapevo che la quota 41 è alternativa all’ ape sociale. Sbaglio? Ha ragione l’ INPS?
La ringrazio per la risposta.

 

Da nessuna parte è specificato che la quota 41 dei lavoratori precoci sia un’alternativa all’Ape sociale e, anzi, si è sempre parlato di una misura strutturale al punto che sul sito dell’Inps viene scritto che “L’articolo 1, comma 199 e seguenti, della legge di bilancio 2017 prevede la possibilità, per i lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima del compimento dei 19 anni, di accedere con un requisito contributivo ridotto alla pensione anticipata (articolo 24, comma 10, della legge 22 dicembre 2011, n. 214).

”.

Sempre sul sito dell’Inps viene poi chiarito che a partire dal 1 gennaio 2019 il requisito dei 41 anni di contributi sarà soggetto ai normali adeguamenti alla speranza di vita, sintomo che la misura non è destinata a scadenza come l’Ape sociale il 31 dicembre 2018 (e non 31 dicembre 2019, data in cui scade l’Ape volontario).

Si parla inoltre dei limiti di spesa stanziati per la misura fino al 2020, segno che fino al 2020 la misura sarà sicuramente in vigore visto che l’Inps specifica che “Per la presente misura è stato inserito un limite di spesa di 360 milioni di euro per il 2017, 550 milioni di euro per il 2018, 570 milioni di euro per il 2019 e 590 milioni di euro dal 2020.

La quota 41 non è affatto l’Ape sociale, sono due misure completamente diverse e forse il funzionario dell’Inps con cui avete parlato ha fatto molta confusione. Vi conviene rivolgervi ad un Patronato o tornare all’Inps con leggi alla mano facendo notare il grossolano errore in cui sono incorsi.

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“Visto il sempre crescente numero di persone che ci scrivono vi chiediamo di avere pazienza per la risposta, risponderemo a tutti”