Buongiorno,

sono nato il 28-8-1962, ho iniziato a lavorare ininterrottamente dal 1° Ottobre 1976, in questo momento sto percependo la NASPI per la durata di 24 mesi e che terminerà  il 20 di Aprile 2018, in quella data avrei tutti i requisiti per accedere alla pensione precoci, ma il patronato al quale mi sono rivolto mi ha detto che non rientro in quanto il diritto alla NASPI l’ho avuto grazie ad un contratto a termine di soli due giorni, dopo che mi ero licenziato dal posto di lavoro dopo 15 anni convinto che avrei percepito ugualmente  la NASPI, mi hanno detto però che dovrebbe esserci un’altra clausola, quella di avere lavorato 18 mesi negli ultimi 36 mesi, non mi hanno saputo dire altro.

Sarebbe così gentile di dirmi come finirà questa mia odissea, andrò in pensione nel 2018? Oppure quando?

Grazie mille

 

Il patronato al quale si è rivolto ha perfettamente ragione.

L’accesso alla quota 41 per i lavoratori precoci è limitato, oltre agli altri profili di tutela, ai lavoratori dipendenti in stato di disoccupazione per cessazione del rapporto di lavoro a seguito di licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale e che non percepiscono più da almeno tre mesi la prestazione per la disoccupazione loro spettante. Lei si trova in stato di disoccupazione e a percepire la Naspi a seguito di cessazione di un contratto a termine e questo la esclude dalla possibilità di fruizione di questa forma di previdenza anticipata.

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La clausola dei 18 mesi lavorati nei 3 anni precedenti, che lei cita, è valida per l’accesso all’Ape sociale ma non alla quota 41, e lei nell’Ape sociale non rientra a causa dell’età anagrafica, ha soltanto 55 anni e ne occorrono 63.

Mi sembra, quindi, alquanto improbabile che riesca ad accedere alla pensione nel 2018, visto che a ottobre 2018 avrà versato 42 anni di contributi e per accedere alla pensione anticipata le mancherebbero ancora 10 mesi di contribuzione.

A gennaio 2019, tra l’altro, il requisito per accedere alla pensione anticipata subirà un aumento a causa dell’adeguamento alla speranza di vita Istat che porterà il requisito a 43 anni e 3 mesi di contributi. Se, quindi, finita la Naspi lei ricominciasse a lavorare ininterrottamente (o, in alternativa, a versare contributi volontari) potrebbe accedere alla pensione anticipata a febbraio 2020.

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