Le pensioni forze armate ancora al centro dell’attenzione dei sindacati di categoria, su tutti il SIULP (sindacato polizia di Stato), il quale pone particolare attenzione sul confronto tra il TFS polizia e l’attuale sistema di previdenza complementare italiano.

Il sindacato, in dettaglio, mette in risalto come il trattamento di fine servizio riservato alle forze dell’ordine risulta di gran lunga più vantaggioso della previdenza complementare. Si dovrebbe, invece, pensare e puntare ad una previdenza integrativa ad hoc.

La mancata attuazione nel comparto sicurezza e difesa della previdenza complementare ha determinato, sul piano previdenziale, una situazione che impone la necessità di individuare forme integrative nell’attuale sistema pensionistico.

Con queste parole si esprime il SIULP in un recente comunicato stampa pubblicato sul proprio sito istituzionale.

Perché è conveniente il TFS polizia

I dati non esaltanti degli attuali rendimenti dei fondi integrativi fanno emergere che, oggi come , risulterebbe più vantaggioso il sistema vigente del TFS.

Le somme accantonate al TFS polizia, infatti, rendono di più rispetto all’i accantonamento in un fondo complementare. Ciò anche in considerazione del fatto che il personale militare gode di numerosi vantaggi sul TFS come:

  • Sei scatti
  • Tassazione agevolata
  • Riscatto del quinto.

Aa esempio, nel regime attuale solo i sei scatti assicurano un valore tra i 12.000 ed i 18.000 euro, a seconda della qualifica. Soldi questi che spettano al raggiungimento del limite di età e che, in caso di cambio di sistema, andrebbero persi.

La soluzione dei sindacati

Ecco che, a ragione di tutto ciò, i sindacati sono impegnati a individuare percorsi che possano portare rendimenti integrativi previdenziali idonei. Ciò a sostegno delle pensioni forze armate. Sia in favore di coloro che si apprestano nei prossimi anni ad andare in pensione sia per i nuovi assunti.

Una “previdenza dedicata” è la strada ad hoc per non rinunciare al TFS ed evitare soluzioni di previdenza integrativa che pregiudichino, dal punto di vista quantitativo, la pensione e la buona uscita.