La possibilità di accedere alla pensione anticipata per le donne attraverso l’Opzione donna è stata prorogata fino al 31 dicembre 2015 dalla riforma Fornero del 2011. Le donne, quindi, possono scegliere di uscire dal mondo del lavoro con i requisiti fissati dalla legge 243/04:

  • 35 anni di anzianità contributiva
  • 57 anni di età per le lavoratrici dipendenti
  • 58 anni di età per le lavoratrici autonome

  Al requisito anagrafico, a partire dal 1 gennaio 2013 vanno aggiunti i mesi per l’adeguamento alla speranza di vita (3 mesi).   Le donne che scelgono di anticipare la pensione con l’Opzione donna possono farlo a patto che scelgano di ricevere un assegno pensionistico interamente calcolato con il sistema contributivo.

  Questo, ovviamente, porta una decurtazione dell’importo della pensione alquanto significativo.   Passando al calcolo interamente contributivo le lavoratrici subiscono, in media, una decurtazione dell’importo della pensione, rispetto a quello che avrebbero ricevuto con il sistema misto, del 25/30%.   L’impatto sull’assegno infatti, principalmente dipende dall’età della lavoratrice, dalla sua carriera, dalla retribuzione e dall’anzianità contributiva. L’entità della riduzione dipende anche dall’anzianità contributiva maturata al 31 dicembre 1995: più essa è maggiore più elevata sarà la riduzione dell’assegno. Questo perché i contributi maturati fino al 31 dicembre 1995 venivano calcolati con il sistema retributivo, quindi più questi contributi sono alti più sarà la perdita della lavoratrice.