Superare la riforma Fornero cancellandola di colpo era e resta un progetto piuttosto difficile da portare a compimento. Lo dimostrano le ultime indiscrezioni che trapelano dalla stanza dei bottoni della riforma previdenziale. Indiscrezioni che mettono in luce il fatto che diventa sempre più probabile che anche il 2023 passerà con un nulla di fatto. Man mano che passano i giorni si parla sempre meno di nuove misure e di novità previdenziali e si parla sempre di più di una conferma delle vecchie misure già oggi in vigore.

Misure quindi  che sarebbero esclusivamente da confermare.

Ma potremmo benissimo dire che non tutti i mali vengono per nuocere, perché effettivamente anche la semplice conferma di alcune misure oggi in vigore che scadono il 31 dicembre prossimo, potrebbero essere una soluzione da non scartare subito. Soprattutto per quanti hanno paura che questa proroga non venga ammessa.

Ecco chi continuerà ad andare in pensione nel 2024 a 63 anni di età e senza riforma delle pensioni

Paura di perdere un canale di uscita per la propria pensione? sembrerebbe proprio di si. Infatti non mancano lettori che ci scrivono chiedendo che sorte farà una misura piuttosto che l’altra.

“Buonasera, sono un lavoratore edile di 62 anni di età che ha circa 34 anni di contributi versati. Per colpa della mia età probabilmente non rientro nell’Ape sociale quest’anno. Molti miei colleghi, manovali edili come il sottoscritto, in questi ultimi due anni sono andati a riposo proprio con l’Ape sociale a 63 o 64 anni. Mi sembra però che l’Ape sociale nel 2024 non ci sarà più. Ma anche nel 2023 non ci doveva essere e invece l’hanno confermata. Secondo voi ci sono possibilità che anche il 2024 sarà identico?”

La pensione con l’Ape sociale nel 2024? Ad oggi molto più probabile di quota 41 per tutti

Sulle pensioni e sul capitolo previdenziale a oggi certezze assolute non ce ne sono.

Infatti la riforma delle pensioni continua ad essere un argomento di discussione nelle stanze della politica. ma continuano ad essere difficili da approntare le misure. A tal punto che i più critici nei confronti del Governo sostengono che sta prendendo piede l’ipotesi di confermare solo le vecchie quota 103 e Ape sociale, in modo tale da prendere tempo e rimandare le vere novità al 2024 come anno di studio e al 2025 come anno di applicazione. Delusione di tanti che si aspettavano cambi e nuove misure.

Ma c’è anche chi non vedrebbe male uno stallo, perché come il nostro lettore ci dimostra, anche misure che pochi considerano valide come alternativa vera alle regole Fornero, a qualcuno possono tornare utili. A oggi, quindi, appare più probabile la conferma dell’Ape sociale per esempio, rispetto a una nuova quota 41 per tutti.

Chi verrebbe aiutato da una conferma dell’Ape sociale

Il nostro lettore è solo uno dei tanti che rischia di rimanere tagliato fuori da una cessazione dell’Ape sociale. Infatti sono tanti i lavoratori che oggi non rientrano nell’Ape sociale per i più svariati motivi. C’è chi non ha ancora raggiunto i 63 anni di età, che restano la quota minima. E c’è chi invece non ha i 30, 32 o 36 anni di contributi necessari per accedervi in base alla categoria di appartenenza (caregiver, gravosi, invalidi, disoccupati – Ndr).

E se questi requisiti venissero raggiunti nel 2024, quando l’Ape sociale non c’è più? non si chiameranno esodati (quelli che rimasero senza pensione e senza lavoro con il varo della legge Fornero), ma la situazione può essere piuttosto vicina a quella del 2012. C’è anche chi nel 2024 completa i 7 anni di lavoro gravoso negli ultimi 10, oppure chi aspetta ancora di essere riconosciuto disabile almeno al 74%. Sono tutti requisiti da centrare che se non vengono completati entro il periodo di funzionamento dell’Ape sociale, non consentono il pensionamento.

I nati nel 1961 e la speranza della conferma dell’Ape sociale almeno al 2024

Per quanto detto, i primi potenziali “tifosi” della conferma al 2024 dell’Ape sociale sono i nati nel 1961. Sono loro infatti i primi che rischiano di essere esclusi da questa misura, non riuscendo a completare per tempo i 63 anni di età minima previsti. basti pensare che chi è nato anche sul finire del 1960, potrebbe godere del vantaggio dell’Ape sociale mentre chi è nato a inizio 1961 no. Tutti quelli che compiono almeno 63 anni di età nel 2024, con 36 anni di contributi e un lavoro gravoso svolto in 7 degli ultimi 10 anni o in 6 degli ultimi 7, troverebbero utile la proroga.

Allo stesso modo chi si trova a completare oltre alla già citata età, i 30 anni di contributi nel 2024 ed ha una invalidità pari o superiore al 74%. O ancora, quelli che assistono un familiare disabile convivente da almeno 6 mesi. Oppure chi nel 2024 perde il lavoro e mantiene lo status di disoccupato. Infatti si parla di proroga che dovrebbe confermare in pieno tutti i requisiti della misura come lo sono stati in questi anni di funzionamento.