Forti aumenti in arrivo per le pensioni minime o integrate al trattamento minimo e per gli assegni sociali. Per effetto della perequazione automatica, dal 1 gennaio 2023 gli importi dei trattamenti subiranno un incremento, così come stabilito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Con decreto del Ministro dell’Economia Gianfranco Giorgetti dello scorso mese di novembre, il Governo dà il via libera agli aumenti delle pensioni in base all’inflazione 2022 rilevata dall’Istat. Come ogni anno sono, infatti, adeguate provvisoriamente alle variazioni dei prezzi al consumo, a partire da gennaio, tutte le misure pensionistiche.

Le rivalutazioni 2023 delle pensioni minime

In tutto sono circa 22,8 milioni le pensioni degli italiani da adeguare ai nuovi trattamenti economici per una previsione di spesa di 50 miliardi in tre anni. L’importo lordo sarà rivalutato del 7,3% in via del tutto provvisoria, basandosi sui rilievi Istat. Il dato definitivo sarà reso noto in primavera.

Fra le varie tipologie di pensioni da rivalutare ci sono anche quelle integrate al minimo che passano da 525,38 euro a 563,73 euro al mese. A questo importo, inoltre, è aggiunto un ulteriore 1,5% di aumento riconosciuto per il 2023 tramite la legge di bilancio, che porta le pensioni minime a 572,18 euro al mese. Nel 2024 è prevista una ulteriore rivalutazione, rispetto a quanto verrà fissato con gli adeguamenti automatici, del 2,7%. Questa misura vale solo per le pensioni minime.

Di cosa si tratta esattamente? L’integrazione al trattamento minimo esiste dal 1983 e tutela tutti quei pensionati che percepiscono, in virtù di scarsi contributi versati, una pensione molto bassa. L’istituto di previdenza, a domanda dell’interessato, interviene quindi integrando l’assegno fino al minimo di legge. Per ottenere questo tipo di integrazione, il pensionato non deve superare determinati requisiti di reddito personale e/o familiare.

L’aumento dell’assegno sociale

Dal 1 gennaio 2023 aumenta anche l’importo dell’assegno sociale. Passa da 460,28 a 502,46 euro al mese per tredici mensilità.

A differenza della pensione minima, questa prestazione è erogata indipendentemente dai contributi versati. Si tratta a tutti gli effetti di una misura assistenziale.

L’assegno sociale o pensione sociale è un sussidio economico erogato dal Inps a domanda a tutti coloro che hanno una età non inferiore a 67 anni e non percepiscono pensione da contributi.

Possono richiedere l’assegno sociale i cittadini italiani, comunitari o extracomunitari con regolare permesso di soggiorno di lungo periodo. Bisogna quindi possedere la residenza in Italia da almeno 10 anni e avere un reddito personale non superiore a 5.983,64 euro all’anno (11.967,28 se si tratta di persona coniugata).